Le competenze passeranno a TurismoFvg ed Ersa: l’obiettivo è creare un prodotto. Il disegno di legge a firma Boem sarà discusso entro l’estate per partire nel 2016
di Maurizio Cescon
UDINE. Strade del vino: si cambia. Una proposta di legge del consigliere del Pd Vittorino Boem, che sarà in Aula tra fine giugno e inizio luglio, punta a rilanciare, valorizzare e riconoscere un asset turistico che con gli anni ha perso gran parte del suo fascino iniziale, anche per la chiusura dei rubinetti di finanziamento pubblico, che ammontavano a circa 20, 30 mila euro l’anno per ogni itinerario. La novità più rilevante riguarda la regia del progetto: addio alla competenza delle Province, pieni poteri a TurismoFvg ed Ersa.
«L’idea è quella di arrivare a una gestione unica – spiega Boem -, con la possibilità di allargare il circuito in ogni territorio. Stop quindi alla frammentazione. Attualmente vi sono cinque Strade del vino: tre che fanno capo al Movimento della presidente Elda Felluga e che funzionano, quella di Aquileia che è inattiva e l’ultima, del Terrano sul Carso triestino, è praticamente solo un percorso disegnato con alcune indicazioni stradali, ma nulla di più. Adesso invece abbiamo dei territori, penso alle Grave, sia in provincia di Udine che di Pordenone, che vorrebbero entrare».
Toccherà dunque all’ente turistico regionale con la collaborazione dell’Ersa fare delle “strade” dei veri prodotti completi, da vendere con i pacchetti turistici all’estero.
«La legge prevede che le Strade del vino e dei sapori vengano riempite di contenuti, con un disciplinare rigoroso e uguale per tutti. Le aziende che aderiranno, penso a vignaioli, ma anche a esercizi pubblici, agriturismi, ristoranti, botteghe artigiane, dovranno garantire un alto livello qualitativo e di servizi, con personale preparato e all’altezza per accogliere i turisti.
In questo ci siamo ispirati ai modelli di Toscana e Trentino Alto Adige, dove le cose funzionano perchè c’è un’organizzazione sola e razionale. Dalle altre parti le Strade del vino sono purtroppo fallite. A uno straniero che vuole visitare il Friuli Venezia Giulia in modo “slow” interessa farsi un’idea complessiva di cosa può offrire questa regione in termini di prodotti enogastronomici e dell’artigianato. E noi dobbiamo essere in grado di fornirgli i mezzi per farlo».
Il disegno di legge dovrebbe essere discusso e approvato entro l’estate, per partire con la nuova organizzazione dal primo gennaio 2016.
«L’ultima parte di quest’anno – conclude l’esponente del Pd – la sfrutteremo come rodaggio del modello che abbiamo in mente, sarà un periodo di transizione. Ma ci
piacerebbe che per la prossima primavera-estate le Strade del vino possano essere già una realtà. Sarà sempre TurismoFvg a stabilire quanti soldi serviranno per ciascun itinerario, ma speriamo anche che ci siano dei finanziamenti ad hoc, almeno per partire».
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27 maggio 2015
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