Fedriga non ci sta: solo retorica. Emozione per il sorvolo delle Frecce
di Domenico Pecile
UDINE. Le Frecce tricolori hanno sorvolato piazza Venezia mentre il presidente Sergio Mattarella deponeva una corona d’alloro all’Altare della patria. Dopo il passaggio sopra il Vittoriano hanno finito di sorvolare il cielo della capitale. Da piazza del Quirinale l’effetto delle scie che corrono orizzontali sui tetti del palazzo presidenziale ha suscitato un moto di piacevole sorpresa da parte di cittadini e turisti accorsi per l’insediamento del presidente Mattarella.
«Per noi – è stato il commento del comandante delle Frecce tricolori, Jan Slangen – è stato un onore indescrivibile avere potuto partecipare e contribuire alla buona riuscita di una giornata così importante per l’Italia. Le Frecce tricolori rappresentano anche tutto questo e i colori della nostra bandiera sprigionati dagli aerei vogliono ricordare a tutti l’importanza e la bellezza di essere italiani».
«Mi ha colpito la profondità delle sue parole, la capacità di rivolgersi in modo semplice al popolo italiano. Un grande discorso, fatto di sensibilità e di speranza». Sono state, invece, queste le prime parole di apprezzamento della presidente della Regione, Debora Serracchiani, commentando l’intervento del capo dello Stato. Serracchiani ha seguito l’intervento in diretta durante la seduta del Consiglio regionale, che ha interrotto i propri lavori per collegarsi col Parlamento.
La governatrice ha aggiunto di avere particolarmente apprezzato «l’attenzione alla Carta costituzionale e nello stesso tempo alla necessità delle riforme costituzionali, per aggiornare e ammodernare la nostra democrazia. E ho apprezzato la sua attenzione a tutti gli scenari, da quelli interni a quelli internazionali, con il riferimento ai nostri marò e ai nostri cooperanti che prestano volontariamente la loro opera in luoghi martoriati dalla guerra.
Mi ha colpito – ha detto ancora Serracchiani – la sensibilità che ha dimostrato per le difficoltà che il popolo italiano sta attraversando, una sensibilità accompagnata dalla speranza che tutti, e in particolare i giovani, possano ritrovare un futuro migliore. Il presidente Mattarella ha voluto richiamare il principio dell’unità nazionale sottolineando che dare un futuro al Paese deve essere un patrimonio comune, un compito di tutti, e non solo della politica, che avrà comunque il ruolo fondamentale di riavvicinare i cittadini alle istituzioni».
Secondo Serracchiani, inoltre, «la garanzia offerta da Mattarella sul suo ruolo di arbitro è stato un segnale estremamente importante, che auspico aiuti la serenità del dibattito politico. Il richiamo ai diritti, alla tolleranza e ai principi inderogabili del vivere civile sul piano nazionale e internazionale ci convince che il presidente sarà punto di riferimento anche per aiutare l’Unione europea a non perdere il senso della proprio missione».
Chi, invece, ha seguito proprio in Parlamento l’intervemnto del Capo delo Stato è il presidente del Consiglio regionale, Franco Iacop. Il quale ricorda che sabato scorso le prime parole di Mattarella sono state per i cittadini, per quelli che patiscono questa situazione di crisi «e anche oggi è stato questo uno dei temi centrali del suo messaggio nel giorno dell’insediamento».
«Il presidente – ha evidenziato ancora Iacop – con lo stile rigoroso che lo contraddistingue, ha voluto tracciare la strada quando ha detto di volere un popolo più libero e solidale. Quando ha parlato dei giovani, degli anziani, dei malati, di chi soffre, delle famiglie costrette a portare carichi pesanti sulle loro spalle: ha messo in luce tutta l’umanità che gli conosciamo». Alla fermezza dimostrata nel passaggio sulla lotta alla mafia e alla corruzione – ha aggiunto Iacop – «si affianca il grande senso di responsabilità quando ha parlato della non più rinviabile stagione delle riforme istituzionali ed economiche. La sua volontà di essere arbitro imparziale e garante della Costituzione è segno di come Mattarella abbia inteso proporsi come presidente di tutti e super partes». Infine, «non va trascurato il respiro internazionale del discorso».
Tra i commenti negativi spicca quello del segretario regionale della Lega, Massimiliano Fedriga. «Mi sembra – ha sottolineato – che si sia dimenticato di troppi drammi, dagli esodati, alla sicurezza, dai suicidi per lavoro, all’emergenza immigrazione. Insomma, un discorso che va bene per tutte le circostanze, un discorso non incisivo».
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04 febbraio 2015
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