Primo commissario della Regione ed ex dirigente della Provincia è scomparso mercoledì
di Davide Vicedomini
Come primo commissario nominato dalla Regione ha consentito il recupero e la messa in sicurezza del compendio minerario di Cave del Predil. Da dirigente della viabilità della Provincia ha, inoltre, portato avanti e realizzato infrastrutture strategiche come la rotonda di Zompicchia che dà accesso a Villa Manin e la tangenziale est di Udine.
Alaimo Spadon è morto mercoledì mattina all’ospedale di Udine a 72 anni, dopo una lunga malattia che l’aveva costretto a restare a casa negli ultimi sei anni di vita. “Un uomo pacato, preciso, una figura professionale impeccabile”, così lo ricorda l’ex sindaco di Tarvisio, Franco Baritussio che ha lavorato fianco a fianco con Spadon per avviare le procedure per la riapertura delle miniere chiuse dal 1991. «Una persona decisa, capace, competente, dinamica», aggiunge Renato Carlantoni, anch’egli già primo cittadino del capoluogo della Valcanale e oggi consigliere provinciale.
Originario di Aquileia, ma udinese d’adozione – ha vissuto per la gran parte degli anni in via Castellana –, Spadon si è diplomato all’istituto tecnico Marinoni e poi si è laureato alla facoltà di architettura di Venezia. Negli anni 70 ha lavorato alla costruzione delle case popolari per gli esuli d’Istria prima di diventare dipendente regionale nel dipartimento forestale con sede in via della Prefettura con importanti interventi di ripristino degli alvei dei fiumi. Negli anni 90 il passaggio in Provincia come dirigente nel settore della viabilità dove ha progettato anche importanti piste ciclabili. Nel 1999, dopo aver collaborato con l’amministrazione di Tarvisio, con la legge regionale 2 è stato nominato primo commissario straordinario per il recupero delle miniere di Cave del Predil «opera – ricorda la moglie Doris – di cui è sempre andato orgoglioso. Non c’erano soldi statali e regionali a disposizione, ma con la tenacia che da sempre lo ha contraddistinto è riuscito a portare a termine l’impegno».
Recuperando i fondi europei riuscì, infatti, a mettere in sicurezza l’intero complesso oltre a ristrutturare le case dei minatori ormai disabitate. «La notizia della sua morte mi ha molto rattristato perché Alaimo – continua Carlantoni – è stata una persone onesta e integerrima». «Se oggi Cave è rinata attorno alla sua miniera lo deve anche ad Alaimo», dice Baritussio.
I funerali saranno celebrati oggi, alle 12, nella chiesa del Redentore in via Mantica. Alaimo Spadon lascia la moglie Doris e le figlie Cristiana e Fiamma.
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19 agosto 2017
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