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    Il tesoro torna ad Aquileia

    Recuperati dai carabinieri 209 oggetti, trovati e abbandonati dai banditi nel caveau

    AQUILEIA. Il tesoro di Aquileia torna a casa. Duecentonove reperti e manufatti archeologici di eccezionale valore storico e artistico di epoca romana sono stati recuperati dai carabinieri grazie alle indagini sulla rapina messa a segno il 3 giugno alla Cassa di Risparmio del Fvg di piazza Libertà, a Cervignano. Gli uomini del Nucleo investigativo del reparto operativo del comando provinciale di Udine e del Nucleo tutela patrimonio culturale di Venezia sono arrivati a questo risultato dopo che i banditi avevano abbandonato le antichità romane nel caveau della banca, disinteressandosi al furto.

    Sono finiti nei guai due pensionati cervignanesi, indagati per ricettazione: Alcide Severino Gratton, 77 anni, ex sindaco di Cervignano dal 1988 al 1990 (prima ancora vicesindaco) e Arianna Simionato, 73 anni, ex segretaria della direzione didattica.

    Tra i reperti recuperati spiccano, per qualità e bellezza, 108 gemme romane incise, alcune incastonate ancora nei loro gioielli. Si tratta di reperti provenienti da Aquileia, che in età romana fu importante centro di produzione di un artigianato di lusso di alta qualità. La maggior parte degli oggetti, presentati ieri nell’ambito di una conferenza stampa tenutasi al Museo di Aquileia, è stata rinvenuta all’interno del caveau della Cassa di Risparmio di Cervignano, dove giacevano forse da decenni, all’interno di due cassette di sicurezza aperte e poi abbandonate dai malviventi.

    Altri reperti – tra cui un’urna cineraria utilizzata come portaombrelli – sono stati recuperati in seguito a una perquisizione all’interno delle abitazioni dei pensionati. «La migliore conclusione possibile per un’indagine di questo tipo – ha dichiarato il comandante del Nucleo carabinieri tutela patrimonio culturale, Giuseppe Marseglia – . I rapinatori hanno tralasciato, per ignoranza, questi oggetti che sul mercato clandestino hanno un valore molto alto. Si tratta di depredazioni effettuate sul territorio nel corso di decenni».

    Il colonnello Roberto Del Piano, comandante provinciale dei carabinieri, ha aggiunto: «Il recupero e il sequestro hanno permesso non solo di restituire alla cittadinanza un patrimonio culturale di inestimabile valore, ma anche di evitare l’immissione dei reperti nel circuito clandestino».

    Marta Novello, funzionario della Soprintendenza, ha chiarito che fra le pietre riconoscibili si segnalano diverse varietà di calcedonio, tra cui numerose corniole, agate, nicoli, inoltre diaspri, esemplari in quarzo, il cosiddetto cristallo di rocca, un cammeo. Le raffigurazioni attingono al repertorio diffuso nella produzione glittica romana di età imperiale: ritratti maschili e femminili, immagini di divinità, scene di genere e mitologiche, figure di animali, simboli beneauguranti. Fra questi si distingue un esemplare in diaspro rosso di grandi dimensioni riconducibile alla categoria delle gemme magiche di origine orientale con raffigurazioni di divinità e iscrizioni in greco. Di grande importanza il ritrovamento di un altro gruppo di oggetti in metallo di età pre-protostorica. I reperti recuperati, in ottimo stato di conservazione, appartengono a diverse categorie di materiali. Alcuni di essi, come asce piatte e pugnali, potrebbero essere riconducibili a deposizioni isolate mentre altre, fra cui un certo numero di asce, una spada spezzata in due parti, cuspidi di lancia, un falcetto, frammenti di pani e lingotti di rame, caratterizzano tradizionalmente i cosiddetti ripostigli della tarda età del bronzo (deposizioni di consistenti quantità di manufatti in bronzo e di metallo grezzo), alcuni rinvenuti proprio a Cervignano.

    Elisa Michellut

    ©RIPRODUZIONE RISERVATA

    23 gennaio 2015

    http://messaggeroveneto.gelocal.it/udine