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    Gli atti vandalici contro la stele Unesco: “Una ferita per la città”

    L’indignazione dell’ex sindaco Gastone Andrian. Il segretario di Rifondazione Gallet: «Si è rivista la svastica, simbolo di atrocità»

    di Elisa Michellut

    AQUILEIA. «Inaccettabile, una vergogna. È un attacco alla democrazia da non sottovalutare. Il Comune deve andare fino in fondo, nel rispetto dei valori della comunità aquileiese e della Bassa friulana, dove la Resistenza, in passato, è stata fortissima».

    Gastone Andrian, classe 1924, sindaco dal 1954 al 1975, presidente onorario dell’Anpi Aquileia, uno degli ultimi due partigiani di Aquileia, usa parole durissime per commentare quanto accaduto, nella città romana, nella notte tra venerdì e sabato, quando, sul grande pannello collocato davanti all’ingresso del porto fluviale, che riporta la motivazione in base alla quale Aquileia è stata dichiarata patrimonio Unesco, qualcuno ha scritto una bestemmia, si pensa con una bomboletta spray, e ha disegnato alcune svastiche.

    L’ennesimo atto vandalico ma il sospetto è che possa trattarsi di un gruppo eversivo. I carabinieri della stazione di Aquileia sono stati informati e sono già al lavoro nel tentativo di risalire ai colpevoli. Non è la prima volta che succede.

    «Questi episodi vanno condannati – rincara la dose Gastone Andrian – dimostrano la volontà di valorizzare il nazismo a scapito della democrazia, non possiamo e non dobbiamo permetterlo. È un attacco da non sottovalutare. È necessario respingerlo con forza. A mio avviso, il Comune di Aquileia dovrebbe indagare seriamente. Nella Bassa c’è stata una Resistenza molto forte, una partecipazione e un impegno, da parte dei cittadini, non indifferente. Un ruolo fondamentale è stato ricoperto anche dalle donne. Anche per questo motivo, nel rispetto della gente, quello che è accaduto va condannato. È un gesto contro il progresso, una vergogna».

    Interviene anche Gianni Gallet, segretario del circolo di Rifondazione Comunista di Aquileia. «È evidente che questi episodi devono essere stigmatizzati – sostiene – indipendentemente da quale sia la matrice. Quello che ci deve far riflettere è che ultimamente il simbolo della svastica, che ha causato tanta sofferenza nelle nostre famiglie, viene disegnato spesso. Mi chiedo perché esistano ancora forme così estreme di protesta. C’è indubbiamente qualcosa che non va. Non dobbiamo abbassare la guardia ma, ad ogni modo, mi auguro che, ad Aquileia, siano casi isolati».

    La condanna in merito a quanto accaduto è stata unanime. Oltre al vicesindaco, Luisa Contin, e al capogruppo della lista di opposizione “Aquileia 2.0”, Francesco Zerbin, nei giorni scorsi, era intervenuto anche Lodovico Nevio Puntin, presidente della Fondazione Valmi Puntin.

    ©RIPRODUZIONE RISERVATA

    17 novembre 2014

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