Un gruppo di cittadini pensa di rivolgersi al Papa. Il portavoce: scriveremo anche alla stampa austriaca
di Elisa Michellut
AQUILEIA. «Il cimitero degli eroi di Aquileia, in questo stato, non è degno di un paese civile. Sarebbe meglio chiuderlo, piuttosto di lasciarlo in queste condizioni». Sergio Fonzari non usa mezzi termini. Si fa portavoce del malcontento di tanti residenti, che osservano, impotenti, lo stato di abbandono che caratterizza il cimitero degli eroi, nel cuore della città romana, a ridosso della Basilica. Anche l’amministrazione comunale concorda sulla necessità di intervenire al più presto. Ci sono già stati alcuni incontri tra il sindaco e il Ministero competente ma, almeno per il momento, è tutto fermo.
«Per quello che il cimitero degli eroi rappresenta – si sfoga Fonzari – dovrebbe essere tenuto sempre in ordine. Purtroppo non è così e la cosa è sotto gli occhi di tutti. Le tombe sono coperte di muschio, i monumenti mal conservati e la zona verde non esiste più.
E’ uno squallore. Il Comune, cui mi sono rivolto più volte, se ne lava le mani perché è di competenza del Ministero. Tempo fa avevo scritto anche a Papa Ratzinger. Speravo potesse fare qualcosa. Non è cambiato nulla. Avevo inviato una lettera anche ai quattro vescovi della nostra regione e avevo contattato pure i quotidiani nazionali. Nulla di fatto, nessuno si è interessato al problema. Il nostro cimitero degli eroi è abbandonato a se stesso da troppo tempo». Fonzari sta pensando di rivolgersi anche a Papa Francesco.
«Tra pochi giorni – dichiara – il Papa sarà a Redipuglia, sto pensando di organizzarmi per far sapere anche a lui quello che sta succedendo. Nel frattempo sto valutando se inviare una lettera anche alla stampa austriaca, sempre attenta a quello che succede nel nostro Paese. Tutti devono sapere che ad Aquileia c’è un cimitero, considerato un sito storico importante per la regione, da tempo trascurato. I cittadini denunciano ma nessuno risponde.
Ci sentiamo come Don Chisciotte che lotta contro i mulini a vento». Il sindaco di Aquileia, Gabriele Spanghero, ammette che il problema c’è. «Abbiamo avuto un paio di incontri con il Ministero – afferma – abbiamo fatto presente che serve un’opera di manutenzione straordinaria. Le siepi presenti nel cimitero si sono seccate perché infestate dalla Piralide del bosso. Purtroppo abbiamo dovuto togliere tutte le piante. Abbiamo chiesto al Ministero un impegno per sistemare l’area. Ci vuole un intervento straordinario. Cerchiamo di fare il possibile. Bisogna piantumare un nuovo tipo di siepe, più resistente. Sono d’accordo: non è bello vedere un luogo storico così importante in questo stato».
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04 settembre 2014
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