In Friuli nei prossimi mesi alcuni preziosi reperti provenienti dal Bardo di Tunisi. Progetto “Archeologia ferita” unirà le realtà in cui la storia è attaccata dai terroristi
di Elisa Michellut
AQUILEIA. La città romana deve tornare ad essere un centro di attrazione culturale per tutta l’area del Mediterraneo, un luogo di incontro di culture e popoli diversi.
Nei prossimi mesi, grazie al progetto “Archeologia ferita”, ad Aquileia saranno esposti preziosi reperti provenienti da altri musei del Mediterraneo, tra cui il museo archeologico del Bardo, nella periferia occidentale di Tunisi, che ospita la più ricca collezione di mosaici romani del mondo.
La presidente del Friuli Venezia Giulia, Debora Serracchiani, ieri, ha ricevuto a Udine, nella sede della Regione, l’ambasciatore Antonio Zanardi Landi, presidente della Fondazione Aquileia. Fra i temi affrontati si è parlato di alcuni importanti progetti per promuovere il sito archeologico.
Durante il colloquio, il primo istituzionale tra Serracchiani e Zanardi Landi, è stata sottolineata l’importanza dello stanziamento di un milione e mezzo di euro, assegnato recentemente dal ministro dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo Franceschini, per il restauro e la valorizzazione del Museo archeologico nazionale di Aquileia.
Uno dei temi centrali dell’incontro ha riguardato la possibilità di rilanciare il sito Unesco attraverso un’alleanza tra i musei del Mediterraneo. Secondo la presidente della Regione, valorizzare il sito in questi termini è un’occasione di promozione territoriale e identitaria.
«Da tempo stiamo lavorando su Aquileia – argomenta Serracchiani -. Riteniamo sia uno dei siti più importanti della regione e non solo. In termini di promozione possiamo fare un salto di qualità. Ho lavorato molto con Franceschini e devo dire che lo stanziamento per il Museo archeologico è importantissimo. Va anche detto che l’ambasciatore Zanardi Landi si sta impegnando molto per la valorizzazione di Aquileia. La squadra si completa grazie alla presenza del direttore, Cristiano Tiussi, che sta facendo un ottimo lavoro. L’obiettivo è recuperare una certa centralità di Aquileia attraverso azioni sinergiche, come per esempio la candidatura della città romana a capitale italiana della cultura 2016-2017. Vincere non sarà facile ma questa candidatura ci costringe ad affrontare il tema di Aquileia tirando fuori progetti nuovi».
La candidatura ha permesso di dare vita ad un progetto importante, che potrà fare la differenza in un’ottica di rilancio della cittadina friulana.
«La città romana è stata luogo di incontro delle diverse culture – precisa Serracchiani -. Con tutte le difficoltà e i problemi che ci sono oggi nel Mediterraneo, i flussi migratori e tutto il resto, stiamo cercando di far diventare Aquileia un luogo in cui possono rafforzarsi i rapporti e le collaborazioni tra le diverse culture. Vogliamo creare alleanze con i musei dei Mediterraneo. Il primo potrebbe essere il museo del Bardo di Tunisi. Poi prenderemo contatti anche con l’Egitto e l’Iraq. Lavoreremo per portare alcuni reperti nella città romana. Nel periodo in cui saranno esposti organizzeremo incontri, convegni e approfondimenti. Le ricadute saranno notevoli».
«Il progetto – anticipa Serracchiani – si chiama “Archeologia ferita”. Il museo del Bardo è stato oggetto di un grave attentato, in cui hanno perso la vita alcuni italiani. In questo momento i siti archeologici sono sotto attacco da parte dello Stato islamico. E’ di ieri la notizia della decapitazione del capo degli archeologi del sito di Palmira. Aquileia recupera la sua identità di centro culturale del passato in un contesto nel quale, come detto, l’archeologia è ferita. Un messaggio importante e attuale».
Il presidente Zanardi Landi, sottolinea l’importanza di un appoggio concreto, da parte della Regione, per portare avanti i progetti in cantiere.
«Sappiamo – chiarisce – che i lavori di restauro e scavo richiedono tempi lunghi. Abbiamo sentito l’esigenza di dare subito un segnale. Ad Aquileia troviamo i segni di una forte presenza di una comunità greca, pensiamo, per esempio, al Museo Paleocristiano. Ci sono anche testimonianze di contatti con Alessandria ed altre città del Nord Africa. Pensando all’attuale periodo storico, in cui vediamo minacciata la possibilità di dialogo e convivenza interculturale e interreligiosa, l’obiettivo è valorizzare la funzione che Aquileia ha avuto in passato. Porteremo nella città romana simboli di questa nuova iconoclastia, che minaccia la possibilità di dialogo nell’area del Mediterraneo. Abbiamo pensato di portare, entro la fine dell’anno, alcuni pezzi dal museo del Bardo. Ne ho parlato con il ministro degli esteri tunisino. Mi è sembrato molto interessato. Proveremo a portare, la prossima primavera, qualcosa
anche dai musei iracheni. Nell’arco di due anni, svilupperemo un programma articolato. Ogni cinque o sei mesi esporremo ad Aquileia qualcosa di importante, capace di stimolare il dibattito e anche una riflessione concettuale sul problema della convivenza».
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20 agosto 2015
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