Il Pd dopo il voto. La presidente piomba alla riunione del gruppo consiliare e spiazza tutti. Entro febbraio le decisioni sul futuro in Regione. Il nodo del ruolo nazionale
di Anna Buttazzoni
UDINE. «Ma cosa farà Debora Serracchiani?». «Ma dov’è, lei che deve chiarezza alla Regione e al partito?». Loro s’interrogano e Serracchiani si materializza, alla riunione del gruppo di consiglieri regionali del Pd, convocato per discutere della legge di bilancio 2017 e sfociata nell’analisi della sconfitta referendaria. Entra in sala e placa gli animi.
Non scioglie le riserve sul suo futuro, nemmeno su quello immediato che oggi la vedrà al fianco di Matteo Renzi come numero due del Pd nazionale, all’infuocata Direzione del partito.
Ma su una cosa Serracchiani è chiara. Il prossimo candidato alla presidenza del Friuli Venezia Giulia passerà dalle primarie, anche dovesse essere lei.
E all’inizio del prossimo anno, tra gennaio e febbraio, si deciderà quando celebrare la consultazione. È il suo stile. Serracchiani spiazza tutti, anche il suo vice, Sergio Bolzonello, considerato il candidato in pectore, e lascia più d’uno con il muso lungo.
Nella sede udinese della Regione gli eletti sono irrequieti e per la prima volta con così tanta veemenza, vogliono conoscere il destino politico di Serracchiani. Ma non trovano risposte, probabilmente perché a non averle è per prima la vicesegretaria dem.
Il Pd non vuole elezioni anticipate in Regione – la scadenza naturale è aprile 2018 –, pretende di sapere subito cosa farà Serracchiani e le chiede di lasciare il ruolo nazionale.
Lei non batte ciglio, annuncia sorprese, richiama gli eletti a non farsi prendere dal panico, a tenere il punto (con orgoglio) sulle azioni compiute finora e a non sbandare nemmeno sulla prossima legge per il bilancio 2017 del Fvg, che sarà in Consiglio da martedì 13 dicembre. Adesso più che mai c’è una regola da rispettare, non rincorrere nessuno.
Una parte della sua sorte politica emergerà oggi. Gli ultimi rumors dicono che Renzi si terrà stretta la leadership del partito e non spingerà per elezioni politiche subito. Se così sarà nemmeno Serracchiani lascerà l’incarico al Nazareno, pronta a respingere (come negli ultimi anni) gli assalti di chi continuerà a chiederle un passo indietro.
Sul suo futuro da presidente, invece, è inutile continuare a tirarla per la giacca. Ieri davanti ai regionali Serracchiani ha lasciato aperte entrambe le porte. È certo che non sarà automatica la sua eventuale ricandidatura in Regione, ma passerà appunto dalle primarie.
Perché? Perché vuole la legittimazione della base del partito e perché la storia recente di Trieste insegna. Non vuole Serracchiani un altro caso Roberto Cosolini, il sindaco uscente del Pd, ricandidato a giugno senza alcuna discussione.
Fino a quando quattro mesi prima delle elezioni il senatore triestino Francesco Russo ha chiesto e ottenuto le primarie. Ecco, basta una volta e dunque per la scelta del candidato alla presidenza del Fvg ci saranno le primarie, con regole ancora da condividere e stabilire.
Ma Serracchiani sarà della partita? E in Regione ci saranno elezioni anticipate? Per rispondere è necessario attendere la data, o almeno il periodo, delle elezioni politiche. Se fosse primavera o autunno (quest’ultima ipotesi ancor più favorevole al Fvg), la Regione potrebbe arrivare a scadenza naturale.
Perché Serracchiani potrebbe candidarsi a Roma senza doversi dimettere da presidente Fvg e solo una volta eletta dovrebbe optare per una delle due poltrone. Dal momento delle dimissioni da presidente Fvg scatterebbero 60 giorni per indire nuove elezioni, ma non c’è un tempo da dover rispettare.
Paradossalmente, insomma, si potrebbe approdare molto vicini alla scadenza dell’aprile 2018. Fantapolitica? Forse.
Nel frattempo Serracchiani fissa le primarie in regione e attende. I consiglieri si guardano un po’ spaesati. A parlare è anche Bolzonello che – parafrasando il suo intervento – ricorda che la giunta regionale sta governando con un programma molto chiaro, condiviso da tutti e che la solidità dell’azione di governo dev’essere rivendicata.
Lei gli dà ragione, spunta le cose fatte – almeno tre quarti di quanto promesso, riferiscono i presenti – e lascia il gruppo, per volare a Roma.
Serracchiani ieri ha anche scritto una lettera, ai circoli del Pd della regione (il testo integrale è riportato qui a destra).
«Abbiamo perso. Tutti, a cominciare da me, siamo chiamati a riflettere sugli errori commessi. Ma sono orgogliosa di voi – ha scritto la dem –, della vostra presenza in ogni territorio di questa regione, del vostro amore per la politica e per la cura del bene comune». Gli altri passi sono rinviati. I primi si compiranno oggi.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
07 dicembre 2016
http://messaggeroveneto.gelocal.it/udine