La Regione ha deciso di non finanziare più il progetto della Provincia di Udine. Mattiussi: buttati via quattro anni di lavoro
UDINE. Terra dei Patriarchi chiude i battenti. Il progetto di promozione turistica firmato dalla Provincia di Udine e finito a più riprese in mezzo a un fuoco incrociato di polemiche, non sarà più finanziato dalla Regione. A comunicarlo è il vicepresidente della Provincia, Franco Mattiussi. Ma l’annuncio non trova riscontri in Regione, che anzi si trincera dietro a un secco «no comment», perché l’elenco dei progetti finanziati sarà reso pubblico soltanto la prossima settimana e anzi, da via Sabbadini parlano apertamente di una «fuga di notizie».
È l’assessore al Turismo e vicepresidente di palazzo Belgrado ad accendere il caso: «Gettati alle ortiche quattro anni di lavoro – scrive Mattiussi nella sua pagina sul social network Facebook –. Non importa, troveremo una soluzione.
La fantasia non ci manca né gli strumenti. Un sincero ringraziamento al capogruppo di minoranza in Provincia di Udine Salvatore Spitaleri, al candidato sconfitto dalla coalizione dell’onorevole Fontanini e portaborse dell’assessore Santoro, dottor Simone Lerussi, alla presidente provinciale/regionale della Confcommercio turismo, mia ex categoria sindacale, Paola Schneider, al già presidente provinciale della Confcommercio turismo Bruno Della Maria, a tutti i componenti del sindacato turismo di Confcommercio Udine. Grazie a loro per le pressioni fatte contro il finanziamento regionale a Terra dei Patriarchi. La presidente Serracchiani ha accolto il loro invito e ha cassato il nostro progetto».
E Mattiussi suona la carica: «Abbiamo scoperto dal nuovo piano del turismo che la nostra Regione deve puntare sul turismo slow. Sono quattro anni che lo diciamo. Inascoltati… hanno dovuto pagare un consulente per scoprirlo. Sono stati così bravi che quest’anno hanno deciso di non partecipare alla Bit 2014 di Milano. Anziché ridimensionarsi, meglio togliere tutto. Gli altri competitor regionali hanno partecipato, ma non per avere un riscontro già quest’anno, bensì per la prospettiva Expo 2015. Noi abbiamo perso tutto il 2014, ma nessuno dice niente. Ipnosi, non può definirsi diversamente».
L’intero iter di Terra dei Patriarchi (è il quarto capitolo quello in fase di discussione in Regione) è stato falcidiato dalle polemiche. A toccare l’acme è forse l’appello del presidente di Federalberghi, Paola Schneider, che scrive alla Regione chiedendo l’immediato stop al progetto.
Perché per i primi tre capitoli del piano turistico provinciale che punta a valorizzare il territorio promuovendo la cultura locale e il turismo slow, sono stati impegnati fondi pubblici per quasi 900 mila euro: mezzo milione per l’edizione d’esordio, 250 mila per il sequel e 125 per gli anni 2013 e 2014. Ma la gran parte degli addetti ai lavori dice di non avere ottenuto benefici.
Per il quarto capitolo la Provincia ha chiesto altri 285 mila euro alla Regione (tutti fondi erogati anche da palazzo Belgrado per il 5% del totale, così come previsto dalla legge). L’obiettivo era «consolidare i risultati della terza fase – come è scritto nella relazione allegata alla richiesta di rinnovo del contributo – ovvero creare un prodotto turistico fortemente riconoscibile dal lato dell’offerta dedicata al cicloturismo, ma anche sviluppare una forma alternativa di visita e accoglienza, favorire il turismo slow, riqualificare l’offerta turistica, destagionalizzare il consumo, migliorare la trasparenza e la qualità dell’offerta e aumentare lo sviluppo e la diversificazione dei prodotti».
Per farlo erano stati messi in conto 60 mila euro per «ideazione e produzione di veicoli informativi, gadget e altri materiali promozionali dell’iniziativa», 50 mila per la «promozione sui media», 180 mila per «compensi per attività artistiche, scientifiche, culturali, di comunicazione e sportive», 10 mila per «compensi e rimborsi spese ai collaboratori». Per un totale di 300 mila euro.
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