La Cgil: «Nessuno può levarci l’autonomia». Cisl e Uil: «È ora che la presidente convochi i tavoli». L’Ugl: «Urge il rimpasto»
TRIESTE. Pace fatta? Tutt’altro. Dopo le dure critiche alla giunta del segretario regionale della Cgil Franco Belci e la risposta piccata della presidente Debora Serracchiani, la polemica si allarga a macchia d’olio. La tensione chiama in causa Cisl, Uil e Ugl, con quest’ultima che chiede addirittura un ricambio negli assessorati, innesca la reazione del Pd, dà spago all’opposizione e investe la manifestazione nazionale del Primo maggio a Pordenone. Quello tra la presidente accusata di essere «troppo a Roma» e le parti sociali è ormai un fronte aperto. Le sigle vogliono risposte concrete su industria, occupazione e infrastrutture. E portano i dati della crisi: le ore di cassa integrazione nel primo trimestre del 2014 sono cresciute del 43%. «Siamo la seconda peggiore regione d’Italia», sentenzia Giacinto Menis della Uil.
Il contrattacco Gestione del personale, riforma delle Province, lavoro, reddito di cittadinanza, assessori “fantasma” e il doppio incarico della governatrice in Fvg e nel Pd nazionale. Dalle critiche della Cgil Serracchiani si era difesa punto per punto, ma ieri Belci nella conferenza stampa con Cisl e Uil dedicata alla manifestazione del Primo maggio, è tornato alla carica. Prima con una battuta: «Serracchiani amareggiata? Me ne farò una ragione…». Poi con un ulteriore comunicato: «Mi stupisce il tono della reazione della presidente. Al congresso ho dato un giudizio positivo, ma ciò non impedisce alla Cgil di esprimere le proprie preoccupazioni». Belci non si sofferma sul ruolo nazionale di Serracchiani, ma sottolinea che «siccome aumenta il suo lavoro, le avevo chiesto di costruire a Trieste una rete di collegamento che gestisse anche le relazioni sindacali». Belci accusa «un mese di silenzio» da parte dell’esecutivo sulla riforma degli enti locali e del personale. Ecco allora la necessità di alzare la voce, non certo «per un riposizionamento con i vertici romani» della Cgil, aggiunge il segretario regionale, ricordando a Serracchiani «che non si può pensare che il sindacato non faccia valere la sua autonomia di giudizio». La stessa autonomia «dimostrata anche nei confronti della giunta Illy con lo sciopero contro la legge sul commercio. Devo dire che Illy la interpretò serenamente come una scelta che rientrava nella fisiologia delle relazioni sindacali».
Il fronte sindacale La crisi morde: -22 mila occupati dal 2008 al 2013 e un tasso di disoccupazione tra gli under 30 balzato dal 9,7% al 20,5%. Con uno scenario del genere Menis (Uil), se da un lato riconosce un comportamento «positivo» dell’esecutivo sulle grandi vertenze, allo stesso tempo «sospende» il giudizio su quanto portato avanti dagli assessori in tema di politiche industriali, lavoro e infrastrutture. Tanto che Giovanni Fania (Cisl) sollecita una revisione del protocollo di concertazione firmato nei mesi scorsi con la giunta e le categorie: «È ora che la presidente programmi gli incontri». Cisl e Uil non si uniscono alla bacchettata di Belci sui viaggi della governatrice a Roma: «Non vale tanto il numero di ore che trascorre a Trieste e Udine, quanto i risultati che porta» dice Menis. Ma l’Ugl con il segretario Matteo Cernigoi va oltre: «Alcuni assessorati vanno cambiati e di corsa. Al Lavoro non possiamo perdere tempo e Panariti manca di incisività. Bolzonello è sovraccarico».
L’opposizione Il centrodestra non si fa perdere l’occasione: «Ci fa piacere che la Cgil chieda alla presidente di occuparsi di più dei problemi dei cittadini che l’hanno votata, piuttosto che della propria scalata politica nei salotti televisivi» afferma il consigliere di FdI Luca Ciriani. L’accerchiamento di sindacati e opposizione costringe il Pd ad alzare gli scudi. «La giunta ha coraggio e lo dimostra – osserva la segretaria Antonella Grim – negli ultimi anni, grazie al centrodestra, del Fvg a Roma si erano perse le tracce: ora abbiamo voci autorevoli per confrontarci con il governo». Serracchiani stessa rivendica l’utilità delle sue spedizioni romane e fa sapere che già oggi sarà nella capitale per vedere i ministri Madia, Lanzetta e Boschi: «Mi capita di passare, a volte, due giorni a Roma, in quei due giorni quasi sempre faccio incontri istituzionali utili».
Il Primo Maggio A Palazzo si racconta che dopo le uscite pubbliche di Belci Serracchiani avrebbe minacciato il sindacalista di non partecipare alla manifestazione a Pordenone, preferendo quella di Cervignano. Ma la presidente chiarisce che all’evento ci andrà «perché mi hanno invitata i lavoratori». Al di là delle scintille, sarà dunque Pordenone, città simbolo a fronte della crisi Electrolux, la sede del meeting. Si attendono 10 mila partecipanti da tutta Italia. Il messaggio di Cgil, Cisl e Uil è chiaro: «Più lavoro e più Europa». Previsto il comizio dei segretari generali Camusso, Bonanni e Angeletti in diretta su Rai 1.
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