La divulgazione del documento riservato del Servizio legislativo fa infuriare la governatrice: «Le resistenze non ci fermeranno». Dai banchi dell’opposizione, Riccardi (Fi) avverte: “La presidente non tiri la corda o finirà come il governo al Senato”
di Roberto Urizio
TRIESTE. La relazione del Servizio legislativo della Regione sulla riforma sanitaria fa infuriare la giunta. Non tanto per le osservazioni di stampo giuridico quanto per alcune annotazioni sul merito e, soprattutto, per la divulgazione di un documento che non sarebbe uscire dagli ambienti dell’amministrazione regionale.
Debora all’attacco
«Le resistenze che incontriamo sul percorso della riforma sono talvolta generate dalla necessità di chiarire meglio i suoi contenuti, e questa è un’opera che la giunta sta svolgendo, anche con incontri sul territorio – puntualizza la presidente Debora Serracchiani -. Poi ci sono le schermaglie che, quando non sfociano nell’opposizione strumentale, definirei quasi fisiologiche e fanno parte del dibattito politico. E infine ci sono episodi, irrilevanti dal punto di vista della forma e della sostanza, che sono però sintomatici delle resistenze all’innovazione che si registrano all’interno della stessa burocrazia, indicativi della difficoltà di far proprie visioni nuove: perché non c’è dubbio che la nostra riforma della Sanità ha forti contenuti innovativi e una visione chiara del futuro». Tuttavia, conclude Serracchiani, «la riforma della sanità va avanti, perché è stata disegnata per rispondere prima di tutto ai bisogni dei cittadini, non di gruppi, apparati, o interessi particolari».
L’assessore regionale Maria Sandra Telesca riassume così l’accaduto: «Fra le Direzioni regionali, tra gli uffici, ci sono normalmente contatti e consultazioni intese ad affinare i testi legislativi, e questo è quanto è avvenuto fra la direzione regionale della Sanità e la direzione della Funzione pubblica. Il documento che è stato divulgato – spiega Telesca – conteneva in parte considerazioni tecniche destinate a un approfondimento interno, mentre altre valutazioni di stampo politico riportate sono invece assolutamente fuori luogo”.
L’illustrazione
La bozza di disegno di legge è stata presentata ieri dall’assessore in III Commissione consiliare. «Questa riforma disegna lo scenario della sanità del Fvg nei prossimi anni, si propone di riorientare la barra, di indicare la direzione. Non dobbiamo tagliare le risorse, ma spenderle meglio, spostando una parte della spesa ospedaliera verso l’assistenza territoriale. E questo implica anche un cambiamento del modo di lavorare da parte dei professionisti della sanità». Cinque Aziende sanitarie e Aziende ospedaliere che, a Trieste e Udine, saranno integrate alle Ass. Gli ospedali minori non chiuderanno «ma saranno riconvertiti. Ma più che gli assetti istituzionali – ha affermato Telesca – sono importanti le reti assistenziali per le diverse patologie, la continuità delle cure fra ospedale e territorio, che saranno organizzate con la riforma sulla base di regole precise e non dipenderanno più, come troppo spesso avviene oggi, dalla buona volontà dei professionisti». La conformazione istituzionale, ha sottolineato Telesca replicando a una perplessità espressa dal forzista Bruno Marini sull’Ass che congloba Bassa Friulana e Isontino, «sarà aperta in modo da avere un sistema sanitario regionale omogeneo. E non potrebbe essere altrimenti avendo cinque enti e tre ospedali “hub”; le strutture di Monfalcone e Gorizia, quindi, continueranno a fare riferimento al’ospedale hub di Trieste».
Centrodestra all’attacco
Riccardo Riccardi, capogruppo di Forza Italia, promette battaglia. Non tanto sulla riforma sanitaria in sé, per la quale anzi verrà mantenuto l’impegno di approvarla in modo da farla partire a inizio 2015, ma sul calendario complessivo delle riforme: «Se rimane l’impostazione di portare in aula la riforma sanitaria a settembre, quella dello sviluppo industriale a ottobre, gli enti locali a novembre e la Finanziaria più difficile di sempre a dicembre, quello che si è visto al Senato è roba da dilettanti – minaccia Riccardi -. Non siamo in una catena di montaggio: è bene fare presto, ma è più importante fare bene».
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01 agosto 2014
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