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    Punto nascite, Serracchiani contestata a Gorizia

    La presidente del Fvg ha partecipato alla seduta straordinaria del consiglio comunale. Vivaci battibecchi e cartelli. Al termine la governatrice ha lasciato il municipio da una porta secondaria, scortata dalla Digos

    di Cristian Seu

    Debora Serracchgiani scortata in...

    Debora Serracchgiani scortata in municipio a Gorizia

    GORIZIA. Chi sperava in un dietrofront dell’ultimo minuto – e magari qualcuno, tra i quattrocento presenti in Comune ci credeva davvero – è andato deluso. Debora Serracchiani ha incassato fischi, applausi di scherno e grida, si è vista costretta per ragioni di sicurezza a lasciare il municipio da un’uscita secondaria. Eppure, non ha arretrato di un millimetro: «Il punto nascita di Gorizia deve essere chiuso.

    Lo dicono i pareri dei primari dello stesso reparto, lo suggerisce il Patto per la salute nazionale», ha scandito la presidente della Regione. «Buuu», qualche «vergogna» e ancora fischi, anche da chi appena un anno fa le aveva accordato la propria preferenza nel segreto dell’urna.

    È scivolato via così, in meno di tre ore, il consiglio comunale straordinario dedicato proprio alla contestata soppressione del punto nascita dell’ospedale civile goriziano. Con un unico, annunciato distinguo, l’assemblea civica si è espressa ancora una volta contro la decisione della Regione. E la città, questa volta, ha risposto: duecento persone in aula, almeno altrettante in atrio a seguire sul maxischermo la diretta della seduta, alla quale hanno partecipato anche l’assessore regionale Maria Sandra Telesca e il direttore centrale della Salute, Adriano Marcolongo.

     

    «Nessuna presa in giro». Serracchiani è arrivata a Gorizia in leggero ritardo rispetto all’inizio della seduta. Ad accoglierla, oltre duecento persone, che hanno contestato la presidente, anche con striscioni piuttosto aggressivi («Ci fate solo morire», «Vogliamo nascere goriziani e italiani», recitavano un paio): l’ingente servizio d’ordine – con rinforzi arrivati anche dalla Celere di Padova – ha dovuto aprire un varco a Serracchiani, che all’ingresso in aula è stata accolta da qualche timido applauso, soffocato dai ben più numerosi fischi. Poi, dopo gli interventi del presidente Roldo, del sindaco Romoli, dei tredici capigruppo e di Telesca, ha preso la parola: «Non intendo prendere in giro Gorizia – ha detto -. La scelta di chiudere il punto nascita non è politica, altrimenti avrei scelto di non fare scelte sul capoluogo isontino, che a livello elettorale ha contribuito al successo di un anno fa. Non è vero che abbiamo tagliato a partire da Gorizia: abbiamo operato decisioni sull’ospedale di Maniago, abbiamo creato la centrale unica regionale del 118».

    Il veemente intervento di Emilio Baiocchi di Fuori l’Italia dall’euro («E i mille euro a sedia per la sede della Protezione civile?», ha urlato), ha scatenato l’unica reazione scomposta di Serracchiani ,che prima ha risposto per le rime («Lasciami parlare anziché dire cazzate: quella è una delibera della giunta Tondo»), poi ha rubato il campanello al presidente Roldo per zittire ancora il consigliere ex Udc.
    Dunque ha ripreso, illustrando i dettagli della riforma, «che ribalterà i rapporti di forza tra risorse destinate a ospedali e territorio, oggi sbilanciate in favore dei primi: la nostra sanità si rifà alle esigenze degli anni Novanta, quando furono costruiti tantissimi nosocomi. Oggi servono meno posti per le acuzie e più posti per le patologie croniche, per i malati di Alzheimer, posti di Rsa per sgravare le famiglie da oneri assistenziali oggi insostenibili».

    Le nascite oltreconfine. Serracchiani, dopo aver neppure troppo velatamente criticato la decisione di far parlare tutti e tredici i capigruppo, ha dunque affrontato direttamente la questione legata al reparto materno-infantile: «Su altri reparti regionali ci siamo riservati una decisione futura, per capire come la riforma impatterà sulle singole strutture. Ma anche altrove stanno chiudendo i punti nascita, come a Portogruaro – ha spiegato l’ex segretaria regionale del Pd -. Su Gorizia parlano chiaro i documenti: il primario ha riferito di problematiche difficilmente superabili, che hanno portato a questa decisione».
    Serracchiani ha assicurato che sarà conservata «l’attività ambulatoriale, mentre in settimana l’assessore Telesca firmerà la convenzione con San Pietro, che consentirà alle mamme di partorire oltreconfine».

    E poi la novità: «Con l’autorità slovena stiamo lavorando a una soluzione che permetta ai bimbi nati in Slovenia di essere registrati all’anagrafe di Gorizia».

    Un consiglio al mese. «Sono disponibile, se lo vorrete, a venire ogni mese ad aggiornarvi sul percorso della riforma sanitaria regionale. Io mi impegno per trovare una vocazione a questa città: dovreste fare altrettanto voi», ha concluso Serracchiani, scatenando l’ira di Manuela Botteghi (Movimento 5 Stelle) e Alessio Zorzenon (PdG), che hanno polemicamente abbandonato l’aula. «Ringraziamo per la lezione la maestrina», ha tuonato l’esponente pentastellata.

    11 luglio 2014

    http://messaggeroveneto.gelocal.it/