Serracchiani non interviene in assemblea e commenta a verdetto emesso «Il Pd non si nasconde ma non subìsce gli eventi. Si vince e si perde insieme»
di Marco Ballico
Antonella Grim
TRIESTE. La linea di venerdì sera ha retto. Antonella Grim non si dimette, la segreteria del Pd regionale resta in carica, l’assemblea Fvg convocata dal presidente Salvatore Spitaleri si riaggiorna a una data tra l’assemblea nazionale, fissata domenica 18 dicembre, e Natale. «Il partito non si nasconde di fronte alle sue responsabilità, ma non vuole subìre gli eventi», dichiara via comunicato Debora Serracchiani dopo aver ascoltato (senza però dire nemmeno una parola) la relazione della segretaria e l’ampio dibattito ieri a Udine nella sede di via Ioppi. Un appuntamento mai così affollato tra i 126 componenti, la somma di eletti e aventi diritto, cui si sono aggiunti una cinquantina di iscritti interessati ad assistere alla resa dei conti dopo i ripetuti flop amministrativi e la bocciatura al referendum costituzionale sulla riforma Renzi-Boschi.
«L’assemblea regionale – sottolinea infatti la presidente della Regione e vicesegretaria nazionale del Pd – ha dimostrato serietà e la riflessione non si ferma qui, per correggere la rotta». E ancora: «Mentre si sviluppa un percorso nazionale complesso, il partito ha mantenuto l’impegno di aprirsi a un confronto sulle cose, anche alla luce della sconfitta al referendum. Non sono questioni che si risolvono in poche ore, per cui è opportuno tenere aperta questa discussione». Non manca l’orgoglio di partito: «Come si vince tutti assieme, così anche il peso della sconfitta deve essere raccolto e portato dalla nostra comunità politica, tutta intera a cominciare dalla dirigenza. Riportare la discussione nei luoghi propri del partito, in modo franco, democratico e nei contenuti, per noi è normale, ma non c’è un’altra forza capace di farlo».
Pure Serracchiani, fino a due giorni fa, aveva coltivato la tentazione del cambiamento dei vertici, e come previsto non sono mancati gli interventi diretti di richiesta di dimissioni e azzeramento della segreteria, in primis da parte di Mauro Travanut e di Francesco Russo che, «con la libertà di chi non avanza candidature per se stesso né per la segreteria né per la presidenza della Regione», ha chiesto «una discontinuità visibile, perché è impossibile presentarci al voto senza aver cambiato volti e temi su cui abbiamo perso nell’ultimo anno», con un affondo anche sulla giunta: «Le scelte di governo ci consegnano a una situazione in cui potremmo arrivare addirittura terzi».
Ma la cautela ha prevalso. Fare di Grim il capro espiatorio sarebbe stata soluzione comoda, avrebbe appagato qualche appetito, avrebbe dato un segnale di pulizia, ma non avrebbe risolto i problemi, ha condiviso la maggior parte del Pd regionale. Seguendo di fatta l’indicazione che aveva dato Ettore Rosato nelle ore caldissime di venerdì, quando da più parti si sollecitava la segretaria al passo indietro. Il peso del capogruppo alla Camera, impegnato ieri a Roma nelle consultazioni del presidente Mattarella per la formazione del nuovo governo, ha in qualche modo suggerito una conclusione non traumatica del confronto, evitando un voto che avrebbe ulteriormente spaccato un partito già diviso da storie, vedute, ambizioni diverse e divergenti.
A metterci del suo per restare in sella è stata anche Grim. Ha tenuto testa alle critiche, ha difeso il suo lavoro, ha fatto capire, come già nei giorni scorsi, che non se ne sarebbe andata in presenza di soli attacchi e in assenza di proposte politiche alternative. Ma si è anche assunta «una parte importante di responsabilità per le sconfitte 2016», rimarcando però, al pari di Serracchiani, il senso di comunità, nelle vittorie e nelle sconfitte.
Nella replica finale arriva anche l’annuncio di «un percorso di approfondimento e verifica con tutte le componenti della segreteria per chiedere un rafforzamento nell’azione di elaborazione politica in vista della prossima assemblea». Ma, messaggio ai contras, «davanti a uno scenario fatto di emergenze complesse e riforme difficili, il partito regionale ha fatto il massimo: il massimo di ciò che poteva fare, con le forze e la struttura che ha a disposizione. Per capire quali sono le responsabilità del partito – ha insistito la segretaria regionale Grim – dobbiamo innanzitutto chiederci cosa è il Pd oggi e affrontare l’evidente crisi della forma partito, cioè di quell’idea novecentesca che oggi non esiste più».
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11 dicembre 2016
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