Trieste “scippa” i musei al Friuli: Miramare gestirà Aquileia e Cividale
La manovra non convince. Il sindaco di Udine: fatto grave che va contro la storia dei siti archeologici
Giacomina Pellizzari
UDINE. Miramare scippa la gestione dei musei statali al Friuli. Le collezioni archeologiche di Aquileia e Cividale saranno gestite a Trieste. Una volta completato, a questi si aggiungerà il museo di Grado. Il primo decreto attuativo della controriforma del ministro Alberto Bonisoli non sembra interessare i musei gestiti dalla Fondazione Aquileia e tanto meno quello di Zuglio che, a differenza del sito archeologico, è un bene comunale.
A ridosso di Ferragosto, in Friuli Venezia Giulia il provvedimento è arrivato come un fulmine a ciel sereno e c’è già chi si prepara a dar battaglia. Il primo a non comprendere la decisione del ministro è il sindaco leghista del capoluogo friulano, Pietro Fontanini: «È un fatto grave, frutto di una visione poco attenta della storia che provoca un declassamento di Aquileia e Cividale».
La riorganizzazione
Il provvedimento, che contiene disposizioni sull’organizzazione e sul funzionamento dei musei statali, entrerà in vigore il prossimo 22 agosto. I poli museali regionali saranno sostituiti dalle direzioni territoriali delle reti museali. «Il provvedimento firmato da Bonisoli – si legge in una nota del Mibac – istituisce il parco del castello di Miramare a Trieste, di cui fanno parte i musei inseriti nel polo museale del Friuli Venezia Giulia».
Su queste poche righe si interrogano i friulani a iniziare dall’assessore regionale alla Cultura, Tiziana Gibelli, che non essendo a conoscenza dell’operazione (i decreti attuativi non passano in commissione Stato-Regioni), già domani cercherà di contattare il ministro per ottenere spiegazioni. Una cosa è certa: Bonisoli, in piena crisi di Governo, ha blindato la riorganizzazione dei musei tirandosi dietro, anche a livello nazionale, le critiche e il malcontento dei sindacati e del Consiglio superiore dei beni culturali, che il ministro non ha consultato.
Le preoccupazioni
In queste ore si valutano le conseguenze di una riorganizzazione che, gli addetti ai lavori, classificano come una riforma alla cieca. Il nuovo assetto richiederà la creazione di nuovi dirigenti? L’accorpamento dei compiti quali conseguenze provocherà? Gli interrogativi non mancano anche perché i musei della nostra Regione scontano già la carenza di personale. Basti pensare che attraverso il concorso per custodi al Friuli Venezia Giulia sono stati assegnati solo sette posti. Lo scossone pare inevitabile.
Nel capoluogo friulano
«Non capisco se si tratta di una nomina per la responsabile di Miramare che dovrà coordinare i musei o se, invece, Miramare diventerà la sede che gestirà i musei di Aquileia e Cividale. Se sarà così le realtà archeologiche più importanti della regione, Aquileia e Cividale, finiranno per essere declassate». Fontanini non riesce proprio a comprendere la decisione del ministro al quale ricorda che «il valore dei reperti conservati ad Aquileia e Cividale è molto più alto di quello di Miramare».
E ancora: «È un fatto grave. Il controllo da Miramare dei musei di Aquileia e Cividale non è accettabile, va contro la storia». Più possibilista il sindaco di Aquileia, Emanuele Zorino: «Il ruolo primario di Aquileia quale sito Unesco, del suo rinnovato museo integrato nell’offerta del sito archeologico nonché dei suoi dirigenti apprezzati dal Comune per la loro capacità relazionale nelle programmazioni comuni, garantisce, anche senza sede centrale, un futuro solido per lo sviluppo del sito Unesco».
Zorino ricorda inoltre che la Fondazione Aquileia «permette di implementare la valorizzazione del suo patrimonio». Pure il sindaco di Cividale, Stefano Balloch, valuta positivamente le sinergie. «Siamo abituati – aggiunge – a lavorare con realtà distanti per valorizzare il nostro patrimonio, non dimentichiamo che siamo stati i primi a proporre la candidatura Unesco».
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