La Provincia di Udine torna alla carica con una richiesta di contributi. Il progetto si chiama Bici Terpa, ma è già stato bocciato
di Michela Zanutto
UDINE. Altri 100 mila euro. La Provincia di Udine chiede alla Regione l’ok per un altro finanziamento a favore della Terra dei Patriarchi, il discusso progetto di promozione turistica di Palazzo Belgrado.
Il quarto capitolo “bis” (a febbraio la Regione ha bocciato un’altra domanda) si chiama Bici Terpa, il cicloturismo nella Terra dei Patriarchi. Il progetto che punta a valorizzare il territorio promuovendo la cultura locale e il turismo slow, ha già drenato fondi pubblici per quasi 900 mila euro: mezzo milione per l’edizione d’esordio, 250 mila per il sequel e 125 per gli anni 2013 e 2014 (fondi erogati anche da Palazzo Belgrado per il 5% del totale, così come prevede la legge). Ed ecco il motivo della contestazioni da parte della minoranza di Palazzo Belgrado.
Poi è arrivato il primo stop dalla giunta Serracchiani. Anche perché «la Regione dovrà muoversi sotto un marchio unico», aveva detto la presidente.
“Bici Terpa” punta a ottimizzare l’investimento. «Obiettivo è potenziare e migliorare quanto realizzato, sia per quanto riguarda i tredici percorsi provinciali sia per quanto riguarda la ciclovia Alpe Adria Radweg Fvg 1 che presenta alcune lacune nella segnalazione», è scritto nella domanda di finanziamento. Quei fondi servirebbero, infatti, a «completare la segnaletica lungo la ciclovia Alpe Adria, tradurre in inglese, tedesco e sloveno i tredici percorsi ciclabili e realizzare file sonori per i tredici testi descrittivi delle tratte».
A ben vedere si tratta di una versione riscritta e dimagrita della domanda consegnata alla fine del 2013 e bocciata dalla Regione pochi mesi più tardi. In quel caso la somma necessaria sfiorava i 300 mila euro. Anche in quel caso l’obiettivo era quello di «Consolidare i risultati della terza fase – sottolineava la relazione – ovvero creare un prodotto turistico fortemente riconoscibile dal lato dell’offerta dedicata al cicloturismo, ma anche sviluppare una forma alternativa di visita e accoglienza, favorire il turismo slow, riqualificare l’offerta turistica, destagionalizzare il consumo, migliorare la trasparenza e la qualità dell’offerta e aumentare lo sviluppo e la diversificazione dei prodotti».
Per farlo servivano 60 mila euro per «ideazione e produzione di veicoli informativi, gadget e altri materiali promozionali dell’iniziativa», 50 mila per la «promozione sui media», 180 mila per «compensi per attività artistiche, scientifiche, culturali, di comunicazione e sportive», 10 mila per «compensi e rimborsi spese ai collaboratori». Per un totale, appunto, di 300 mila euro.
La nuova versione, “Bici Terpa” riduce tutto. Via collaboratori e gadget, restano 15 mila euro per la promozione sui media e 85 mila destinati alla voce «compensi per attività artistiche, scientifiche, culturali, di comunicazione e sportive». Ma la sforbiciata potrebbe non bastare. Perché a luglio, a margine di Vinitaly, la presidente Debora Serracchiani aveva annunciato l’addio a Terra dei Patriarchi: «Sono stati cancellati, o spariranno quanto prima, tutti i marchi regionali nei settori turismo, promozione ed economia. Non c’è più “Terra dei Patriarchi”, bisogna fare sistema per superare gli steccati del passato. Qui c’è solo il Friuli Venezia Giulia. E abbiamo fatto tutto ciò riducendo i costi, razionalizzando le risorse ed eliminando gli orpelli. Continueremo su questa strada».
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23 settembre 2014