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    La scelta di Redipuglia decisa assieme all’Ordinariato

    La manifestazione organizzata dallo Stato maggiore dell’Esercito Ruolo secondario per le diocesi della regione chiamate a gestire solo i pass

    di Franco Femia

    L’annuncio della visita di Papa Francesco al sacrario di Redipuglia colse tutti di sorpresa. Neppure l’arcivescovo di Gorizia monsignor Carlo Redaelli venne informato in precedenza della decisione del pontefice. Lo venne a sapere come tutti gli italiani il 6 giugno scorso direttamente da papa Francesco nell’udienza che tenne in occasione della cerimonia per i 200 anni di fondazione dell’Arma dei carabinieri. Cosi il Santo padre concluse il suo discorso: «Desidero annunciare che il prossimo 13 settembre intendo recarmi pellegrino al Sacrario militare di Redipuglia per pregare per i Caduti di tutte le guerre. L’occasione è il centenario dell’inizio di quell’enorme battaglia che è stata la prima guerra mondiale della quale ho sentito tante storie dolorose dalle labbra di mio nonno, che l’ha fatta sul Piave».

    Pochi minuti e quell’annuncio venne ripreso dai vescovi della regione, a cominciare da Redaelli che esprimeva la sua soddisfazione per una visita inattesa ma assai gradita. La Curia si mossa subito perché in questa trasferta in terra isontina, pur sapendo che sarebbe durata poche ore, si potesse inserire, oltre al sacrario di Redipuglia, anche la basilica di Aquileia dove, alla presenza di tutti i vescovi di quelle terre coinvolte nel conflitto, si sarebbe pregato per la pace.

    Proposta che venne ben presto abbandonata perché l’Ordinariato militare e lo Stato Maggiore dell’Esercito, organizzatori della visita, fecero subito capire che il sacrario di Redipuglia era il cuore centrale della visita papale e che non c’era spazio per altre iniziative. D’altra parte la richiesta a papa Francesco di ricordare la prima guerra mondiale era partita dai militari e questa primogenitura se la sono tenuta ben stretta tanto che le Curie locali hanno avuto un ruolo secondario in questa manifestazione. Ad accogliere a Redipuglia il Santo padre sarà l’ordinario mons. Santo Marcianò. A mons. Redaelli spetterà il compito di salutare papa Francesco all’aeroporto di Ronchi.

    Non si sa se la scelta del sacrario di Redipuglia sia stata fatta direttamente dal papa o suggerita dall’Ordinariato . Di certo è che una volta che il pontefice aveva deciso di ricordare la prima guerra mondiale, il sacrario di Redipuglia era quasi d’obbligo: è il più grande d’Italia con i suoi 100 mila caduti, è sempre stato punto di riferimento per le celebrazioni nazionali . E poi c’era la possibilità, a pochi passi, di rendere omaggio anche ai caduti austroungarici nel cimitero di Fogliano per affratellare tutti in una preghiera. Non bisogna neppure dimenticare che da mesi si parlava di Redipuglia per la Messa da requiem di Verdi che il maestro Riccardo Muti avrebbe diretto dinanzi ai gradoni del sacrario alla presenza dei Capi di Stato di Italia, Slovenia, Croazia e Austria. E l’annuncio di papa Francesco fu dato proprio un mese esatto prima del concerto di Muti.

    Non solo le speranze della diocesi isontina furono gelate, ma anche quelle che provenivano dalle altre diocesi della regione. Trieste pensava a un incontro con i giovani, Udine pure reclamava la sua presenza e il Comitato che promuove la visita del papa al Lussari rinfocolava le sue speranze raccogliendo le firme sotto una petizione.

    12 settembre 2014

    http://ilpiccolo.gelocal.it/