La villa della contessa a Terzo d’Aquileia. In alto, da sinistra, Margherita Cassis Faraone, il marito Ulrich Goess Enzenberg, e il figlio Anton “Tono” Goess, che li ha freddati nel castello di Bockfliess, località a trenta chilometri da Vienna
L’avvocato dell’omicida ha ammesso che «odiava suo padre come la peste». Margherita Cassis Faraone vittima della furia del conte, da tempo malato
Christian Seu, Marco Di Blas ed Elisa Michellut
15 DICEMBRE 2018
«Odiava suo padre come la peste, della matrigna non gli importava nulla». Il conte Anton “Tono” Goess, accusato del triplice omicidio consumato giovedì scorso nel castello di Bockfliess, non aveva motivo di ammazzare la contessa Margherita Cassis Faraone. Che ha pagato con il prezzo della vita un’unica colpa, quella di trovarsi accanto al marito, il conte Ulrich Goess-Enzenberg, nell’attimo di follia del figliastro, che ha ucciso con un fucile a pallettoni i due anziani e il fratello Ernst che pure «amava», come ha riferito l’avvocato Peter Philipp che difende il killer. È toccato a lui, che si è confrontato a lungo con il suo assistito, confermare l’insofferenza di Tono nei confronti del capostipite, considerato dal figlio – sono le parole del legale – «un tiranno».
Il movente resta un mistero
Le dichiarazioni rilasciate all’agenzia Apa da Philipp lasciano intendere che la linea difensiva farà perno sulle fragilità mentali del killer «che ha tumori che gli causano un terribile mal di testa e momenti di forte confusione», ha spiegato l’avvocato.
Mancherebbe la premeditazione, dunque. Secondo alcuni vicini di casa, tuttavia, la famiglia viveva un momento delicato sotto il profilo economico, anche a causa di una serie di investimenti rivelatisi poco redditizi. E queste difficoltà, unite al precario stato di salute e alle ingerenze dell’anziano Ulrich, avrebbero scatenato la furia di Tono, che con il fratello gestiva l’azienda vitivinicola di famiglia.
Il delitto e le indagini della polizia austriacaDa giovedì sera l’assassino, che ha sterminato la famiglia con un fucile a pompa, sparando almeno cinque colpi contro padre, fratello e matrigna, si trova nel carcere giudiziario di Korneuburg. Resterà nel penitenziario almeno fino al 31 dicembre, dopodichè la legge austriaca prevede che la sua posizione sia rivalutata da un giudice terzo, che dovrà confermare o sospendere la misura detentiva. Nel frattempo saranno completate le indagini di polizia giudiziaria, che comprendono i rilievi nella sala al primo piano del castello, dove è avvenuto il triplice omicidio, e gli esami tossicologici e psichiatrici ai quali sarà sottoposto Tono.