La governatrice: “Non mi ricandido alla guida della Regione ma alle politiche sì, torno ad un ruolo a livello nazionale”
di ALESSANDRA LONGO 14 novembre 2017
ROMA – “Non è affatto una fuga, come sostengono i miei detrattori. Ho deciso di non ricandidarmi a governatrice del Friuli Venezia Giulia perché deve aprirsi una fase nuova. Lascio questa Regione meravigliosa, torno da dove ho iniziato, torno alla dimensione nazionale. Ho dato la mia disponibilità al partito per una candidatura alle Politiche”. Debora Serracchiani in queste ore è diventata un caso, come lo fu alle Europee del 2009, quando riuscì a battere nel Nord Est Berlusconi e Bossi. Ha scelto di non proseguire con un secondo mandato (il candidato Pd è al momento il vicepresidente Sergio Bolzonello, salvo primarie). Gli avversari parlano di ritirata strategica. Lei non ci sta a passare per un disertore.
È vero che domenica, nell’annunciare l’addio, ha versato una lacrima?
“Più d’una. Sono fatta di carne ed ossa”.
C’è chi ritiene che il suo sia un calcolo basato sulle condizioni non esaltanti del Pd.
“Non lascio una poltrona per una poltrona. Io, un lavoro, quello di avvocato, ce l’ho. Non ho bisogno di questo per vivere”.
E allora?
“E allora non è stata una scelta facile perché ci ho messo passione e dedizione in quello che ho fatto. Mi ci sono voluti mesi per decidere”.
Renzi che cosa le ha detto?
“Matteo ha capito le ragioni della mia scelta”.
Lei ha scritto un libro dal titolo “Il coraggio che manca”. Forza Italia, Lega, ma anche certi ex compagni di strada, dicono che le manca il coraggio…
“Sempre attacchi sul piano personale. Perché donna, perché “straniera” (Serracchiani è nata a Roma, ndr), perché iperattiva, segno, secondo alcuni, non di laboriosità ma di una presunta vocazione di zarina. Mai una critica nel merito. Fossi stata un uomo non avrebbero usato gli stessi argomenti. Il coraggio? Credo di averne avuto nel governare. Ho la coscienza a posto. I conti sono in ordine, la disoccupazione dal 10 è passata al 6,4 per cento, l’export del vino segna più 52 per cento, le Grandi Opere sono tutte avviate…”.
Appunto perché se ne va?
“Perché siamo entrati in una fase nuova. Credo di poter dare una mano tornando al ruolo nazionale da cui sono partita. Ma continuerò a seguire il Friuli. Del resto il mio doppio ruolo ha giovato alla regione che altrimenti non avrebbe avuto lo stesso peso nazionale”.
Il centrosinistra può vincere ancora?
“Assolutamente sì. Spiegando le cose fatte, dandoci nuovi traguardi per il futuro e mettendoci in cammino con tutti quelli che ci hanno dato fiducia nel 2013”.
La sua decisione di lasciare potrebbe rivelarsi un buco nell’acqua.
“Lo metto in conto. La mia scelta non è legata ad un contentino. Penso di poter dare una mano al Pd e al Paese. Ho chiesto di essere candidata nel Friuli”.
I 5Stelle ironizzano
perché lei ha detto: “Avrei voluto cercare di godermi di più la vita tentando di conciliare meglio tempi di lavoro e famiglia.
“Usano le parole come pietre. In questi anni di impegno mi sono giocata la famiglia. Ma sono cose che loro non capiscono”.
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