Colpito da un motoscafo, che non si è fermato, mentre nuotava davanti al Banco d’Orio. Intervento al San Polo
di Antonio Boemo
Tragedia sfiorata. Ha rischiato non solo l’amputazione del piede ma di perdere la vita. E la stessa sorte stava per accadere anche alla figlioletta dodicenne che fortunatamente, un attimo prima, si è allontanata dal papà per raggiungere il motoscafo e salire a bordo. Il padre, Oscar Rogovich, un gradese sulla quarantina residente ad Aquileia, stava facendo il bagno davanti al Banco d’Orio – in un punto dove, in quel momento, l’acqua era alta circa 1 metro e mezzo – quando, verso le 13.45 di domenica, all’improvviso, un motoscafo è transitato a velocità sostenuta sopra l’uomo che si era appena tuffato sott’acqua colpendolo con l’elica a un piede.
La ferita, molto profonda in senso longitudinale, gli ha di fatto semi staccato una parte del piede. L’uomo che si è accorto solo all’ultimo istante di quanto stava avvenendo, ha immediatamente, ma con estrema fatica, dolorante e sanguinante, raggiunto il suo motoscafo distante circa 5 metri. È riuscito a salire a bordo dove oltre alla figlia c’era anche un’amica undicenne. Rogovich si è legato con uno straccio per tener fermi le parti del piede che fortunatamente non s’erano staccate e ha messo in moto per rientrare subito a Grado.
Durante il tragitto ha incocciato la motovedetta della Guardia di Finanza, ha rallentato spiegando cosa era accaduto e, scortato dalle stesse Fiamme Gialle, a tutta velocità ha raggiunto il Molo Torpediniere. Qui c’erano ad attenderlo i sanitari del 118, avvisati proprio dalla Guardia di Finanza, per trasportarlo urgentemente all’ospedale San Polo di Monfalcone dove è stato trasferito immediatamente in sala operatoria per la semiamputazione del piede.
Dopo due ore di intervento i sanitari sono riusciti con maestria a ricomporre l’arto. Adesso per Rogovich sarà una riabilitazione piuttosto lunga, ma il piede è stato salvato. Il sangue freddo dell’uomo è stato determinante, tanto che nel tragitto fino al Molo Torpediniere, pur soffrendo per la ferita, Rogovich è anche riuscito ad avvisare i parenti che abitano a Grado che hanno così potuto prendere in custodia le due ragazzine impaurite.
«Ho rischiato la vita. Il motoscafista probabilmente non si è accorto di nulla dato che è transitato a velocità sostenuta, senza fermarsi», dice Rogovich che, tra l’altro, è un esperto sub formatosi alla Protezione civile di Grado. Il rischio passato è stato altissimo, ma è andata bene: la Madonna di Barbana, che si ricordava in quel giorno per aver salvato nel 1237 i gradesi dalla pestilenza, ha vegliato anche su di lui e la sua bambina… Adesso spetta a chi era alla guida del motoscafo farsi avanti.
05 luglio 2017
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