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    «Made in Aquileia un brand di successo» Zanardi Landi spiega il senso della mostra che s’inaugura oggi «Una storia che s’intreccia con Roma: eccellenze in bacheca»

    di ANTONIO ZANARDI LANDI*

    Da poco ha chiuso la fortunata mostra “Made in Roma” organizzata dalla Sovrintendenza Capitolina ai Mercati Traianei e dedicata ai “marchi di fabbrica e di possesso nella Roma Antica”. Della mostra ci ha colpito il piglio ricco di fantasia, unita ad un serio ed approfondito approccio scientifico di sicuro richiamo anche per i più giovani. Il fatto che “Made in Roma” comprendesse una cinquantina di interessanti pezzi aquileiesi ci ha immediatamente fatto nascere il desiderio, prontamente accolto dal Sovrintendente Capitolino Claudio Parisi Presicce, di portare la mostra in Friuli e di valorizzare in modo particolare la componente proveniente dal Museo Archeologico Nazionale di Aquileia o presente al Museo Paleocristiano. Così, grazie alla collaborazione del Polo Museale del Friuli Venezia Giulia e del Comune di Aquileia, è nata la mostra “Made in Roma and Aquileia” ospitata a Palazzo Meizlik, che comprende ben 120 pezzi aquileiesi a fianco dei 150 provenienti dall’esposizione ai Mercati Traianei.

    Credo che la nuova mostra, che inaugura oggi alla presenza della Presidente Serracchiani, dell’Assessore Gianni Torrenti, del Presidente Fontanini, del direttore del Polo Museale Caburlotto, del sindaco Spanghero mantenga tutta la vivacità e l’interesse dell’edizione romana e che consenta in più di valorizzare un concetto semplicissimo, ma in cui crediamo fortemente: i prodotti della regione di cui Aquileia ha costituito per secoli il punto di riferimento primo hanno un grado di eccellenza che si ricollega idealmente a duemila anni di storia. In altre parole: se in Friuli Venezia Giulia e nei territori vicini operano con successo, riconosciuto a livello mondiale, grandi produttori di acciai speciali e di ferro, grandi artisti del vino, avanzatissimi produttori di medicinali, anch’essi leader globali, orafi di grande successo, fantasiosi artisti del vetro e così via, tutto questo non è un caso. Il successo di oggi va ricollegato a una ricerca di eccellenza iniziata in queste terre ancor prima della nascita dell’Impero e quando buona parte d’Europa era ancora abitata da popolazioni nomadi e con un’economia di sussistenza.

    Credo che oggi questo concetto, nella sua semplicità e ovvietà, sia importante e che più ancora lo sia per il futuro. La globalizzazione, di cui iniziamo a percepire con chiarezza anche i dati più negativi, ha operato trasformazioni irreversibili nei mercati e sempre più difficile sarà per l’Occidente far fronte alle sfide ed alla concorrenza di paesi con costi della manodopera molto più bassi e con popolazioni in rapida crescita.

    L’unico modo per riuscire vincenti in questo mondo in così rapido cambiamento è rappresentato da una combinazione tra ricerca e innovatività, da un lato, e dalla garanzia della qualità del prodotto, tanto in termini di materiali che di quell’elemento indefinibile, ma potentissimo, che è dato dall’eleganza, dalla raffinatezza, dal percepito lusso che non sempre è legato al costo, ma semplicemente alla desiderabilità del prodotto.

    L’aver potuto organizzare una mostra dedicata a temi così sensibili e vicini al tessuto produttivo della Regione, ci serve peraltro a focalizzare uno dei non secondari obbiettivi della Fondazione Aquileia: quello di costituire un elemento di sviluppo, anche economico, del territorio.

    Siamo fermamente convinti che il nome di Aquileia, il brand Aquileia, evocativo com’è su scala quantomeno europea, possa essere una ricchezza. Abbiamo avuto in più momenti il sostegno di imprese e di associazioni e di enti preposti all’incentivazione dello sviluppo e di questo siamo molto orgogliosi e grati.

    Per “Made in Roma and Aquileia” non siamo riusciti, probabilmente per deficienze nostre, ad ottenere la mobilitazione che speravamo, sia pur con graditissime eccezioni. Questo peraltro non ci scoraggia.

    Crediamo che le iniziative culturali debbano ricercare il sostegno di chi produce, di chi commercia, di chi si occupa di finanza. Va fatto perché non sempre si può attendere il finanziamento pubblico, assai generoso per quel che riguarda la nostra Regione, e perché ottenere un sostegno finanziario dal privato legittima, in qualche modo, la nostra azione e ci dimostra che essa é condivisa da chi ci sta intorno e dai contribuenti.

    Siamo certi che questo approccio avrà successo. Il biglietto unico aquileiese, rilanciato a giugno grazie ad un accordo con i ristoratori e i commercianti aquileiesi, ha registrato in questi mesi un aumento di vendite del 100%. Il Museo Archeologico Nazionale ha visto raddoppiarsi il numero dei visitatori rispetto all’anno precedente. Siamo certi che le molte iniziative programmate per il 2017 ci consentiranno un nuovo balzo in avanti. Sia pur lentamente, si constaterà che il fenomeno Aquileia ha tutte le potenzialità per estendersi ad un territorio più ampio.

    Vedere e parlare di marchi e di marche, della ricerca che da duemila anni si fa in queste terre per connotare i propri prodotti e per sottolineare la loro eccellenza non può che farci fare un grande passo nella direzione che vogliamo.

    *Presidente della Fondazione Aquileia

    11 febbraio 2017

    http://messaggeroveneto.gelocal.it/