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    Delneri, un vero maestro del 4-4-2: chiedete a Chievo e Samp

    Il nuovo allenatore bianconero ha sempre giocato con questo modulo tattico. Bisognerà capire se nella rosa friulana ci sono giocatori adatti a questo assetto

    di Massimo Meroi

    UDINE. Gigi Delneri ha costruito due capolavori nella sua carriera di allenatore: il Chievo dei miracoli, che portò in Coppa Uefa, e la Sampdoria che trascinò fino al preliminare di Champions prima di cedere al fascino della Juventus. In mezzo la più che positiva avventura all’Atalanta.

    Tutte queste esperienze hanno avuto un comune denominatore: il modulo. Delneri ha “vinto”, perchè tali possono essere considerati i risultati nelle piazze sopracitate, puntando sempre sullo stesso modulo: il 4-4-2, assetto che rese famoso Sacchi con il Milan degli invincibili.

    A Verona. Delneri arrivò al Chievo nell’estate del 2000 e vinse al primo tentativo il campionato di B.

    Dodici mesi dopo approderà in Europa al termine di un campionato straordinario concluso al quinto posto con 54 punti, appena uno in meno del Milan, frutto di 14 vittorie, 12 pareggi e 8 sconfitte; 57 i gol fatti 52 quelli subiti.

    Le punte di quella squadra erano Corradi e Marazzina, ma la forza erano gli esterni: Luciano a destra e Manfredini a sinistra che in corso di partita venivano puntualmente sostituiti da Binotto e Franceschini.

    Al centro di tutto, Eugenio Corini, un po’ quello che sarà Sven Kums nella sua Udinese.

    A Bergamo. Nell’Atalanta gli uomini di fascia erano Ferreira Pinto a destra e Ariatti a sinistra. L’alternativa pronta dalla panchina era Langella girato dall’Udinese dove nell’estate del 2007 sembrava proprio dovesse arrivare Delneri (poi Pozzo virò su Pasquale Marino).

    Una importante carta tattica era il gemonese Simone Padoin che veniva messo sulla corsia esterna quando bisognava difendere un risultato.

    A Genova. Se il Chievo è stata la squadra più bella da vedere e l’Atalanta quella più rigorosa da un punto di vista tattico, quella più talentuosa si chiama Sampdoria. Se non altro per quella grande coppia di attaccanti composta da Pazzini e Cassano.

    Delneri dal Verona si portò Semioli (esterno di centrocampo che aveva preso il posto di Luciano), dalla parte opposta c’era Mannini e la carta da giocare a gara in corso era Guberti, uno per il quale Gigi stravedeva.

    Arrivò quarta quella Samp e fece perdere lo scudetto alla Roma di Ranieri sbancando l’Olimpico alla terz’ultima di campionato.

    Quella squadra nel preliminare di Champions la ereditò Di Carlo che fu eliminato con il Werder Brema. Quella Samp dodici mesi dopo si ritroverà in serie B.

    A Udine. Come disegnerà la sua Udinese Delneri? Nella rosa bianconera esterni di ruolo idonei al 4-4-2 non ci sono.

    L’unico adattabile e Del Paul (lì veniva impiegato a Valencia), ma a destra? Si potrebbe avanzare Widmer quando lo svizzero tornerà dopo l’infortunio (ma ci vogliono due mesi).

    Insomma, tutti ripieghi, niente di pronto e adatto all’uso. Ecco, sono questi i dubbi sulla chiamata del tecnico di Aquileia nella squadra di cui fu il regista nella promozione in A datata ’78-’79.

    Magari Gigi ricorderà che lo scorso anno propose un Verona con il 4-2-3-1 modulo che sembra più adattabile alle caratteristiche dell’Udinese di oggi.

    ©RIPRODUZIONE RISERVATA

    04 ottobre 2016

    http://messaggeroveneto.gelocal.it/udine