La presidente interviene sulle polemiche per il Fondo sanitario nazionale. «Stupita da alcune parole di Chiamparino. Le risorse vanno spese meglio»
di Anna Buttazzoni
UDINE. Ottenere risorse e in cambio tagliare gli sprechi e riqualificare la spesa. «Perché ci sono alcune Regioni che hanno fatto i compiti a casa», altre no. Lo ripete la presidente Fvg, e vicesegretario nazionale del Pd, Debora Serracchiani, anche per evitare che quella dichiarazione del premier Matteo Renzi – «adesso con le Regioni ci divertiamo, ma sul serio» – venga letta come una dichiarazione di guerra. No, per Serracchiani è la conferma che c’è un tempo che va messo alla spalle, per fare la propria parte, con responsabilità.
Il fuoco incrociato delle polemiche viene dalla minoranza dem e da alcuni governatori, su tutti Sergio Chiamparino, presidente del Piemonte e della Conferenza delle Regioni, per la Legge di Stabilità e il Fondo nazionale sanitario.
Un “calderone” da cui il Fvg è escluso, pagando sanità e sociale di tasca propria, più o meno con metà bilancio regionale – 2 miliardi 385 milioni nel 2014 (come riportato in tabella). Un commissario per la sanità, invece, è stato imposto in Lazio, Campania, Molise, Abruzzo e Calabria, mentre altre tre amministrazioni regionali – Piemonte, Puglia e Sicilia – sono sottoposte a un rigido piano di rientro.
Regioni, che il rischio altrimenti sarà l’aumento di ticket e tasse.
Vero è che il presidente della Conferenza delle Regioni è sottopressione, per i conti del Piemonte – ha ereditato 6 miliardi di buco ed è alle prese con il piano di rientro per la Sanità –, tanto da aver dato le dimissioni dal vertice del gruppo di governatori, congelate fino alla conclusione dell’iter dell’ex Finanziaria nazionale. Ma lo scontro tra Regioni e Governo cui ha dato il là, è difficile da mandar giù.
«Abbiamo potuto esaminare la Legge di Stabilità due settimane fa – spiega Serracchiani – e abbiamo ottenuto la riduzione del taglio ai trasferimenti alle Regioni da 2,2 miliardi a 900 milioni. Poi, la scorsa settimana, abbiamo avuto un incontro con il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Claudio De Vincenti e all’esito dei confronti, avevamo convenuto che oggettivamente in questa Legge di Stabilità sono stati fatti notevoli passi avanti rispetto all’anno scorso.
Un po’, quindi, mi resta la sorpresa per alcune dichiarazioni di Chiamparino. E comunque – garantisce Serracchiani – mi pare ci stiamo fasciando la testa prima di essercela rotta». Il riferimento della numero due dem è alla preoccupazione dei governatori per gli anni successivi – l’ex Finanziaria va disegnata per il triennio. «La Legge di Stabilità 2016 punta alla crescita, è espansiva, taglia le tasse e interviene – aggiunge Serracchiani – a sostegno delle fasce più deboli.
È una legge migliore rispetto al 2015 e preoccuparsi oggi per gli anni a venire non ha senso, perché sarà comunque richiesta un’intesa tra Governo e Regioni». In quel caso, Fvg compreso.
Nella Legge di Stabilità 2016 non ci saranno nuovi tagli rispetto a quest’anno a carico del Fvg per contribuire all’abbattimento del debito statale, perché sono già stati fissati nel 2014 con il patto tra Serracchiani e il ministro Pier Carlo Padoan, che andrà rinegoziato nel 2017.
Le critiche, insomma, sono ingiuste. E lo scontro tra Regioni e Governo inutile. «Il Fondo sanitario nazionale è aumentato di un miliardo e si prevede che le Regioni ricevano risorse e si impegnino a eliminare gli sprechi e a riqualificare la spesa. È necessario, insomma, mettere in pratica azioni che migliorino l’amministrazione delle Regioni, come stiamo facendo in Fvg con la riqualificazione della spesa e il taglio agli sprechi in sanità, non eliminando servizio ma aggiungendone utilizzando meglio le risorse».
Ecco allora che il Fvg rientra per Serracchiani tra le Regioni che hanno fatto i compiti a casa. «Diversamente da altri sì, è così. Consapevoli di quanto la sanità incida sul bilancio siamo partiti un anno fa proprio con quella riforma, per rendere più efficienti i servizi e spendere meglio le risorse.
Eliminare gli sprechi – sostiene Serracchiani – significa togliere i doppioni e le spese che non servono ai cittadini. La centralizzazione degli acquisiti, ad esempio, è fondamentale, perché avevamo casi di spese sostenute in modo diverso da un’Azienda all’altra, tra un’Azienda e l’ospedale di quell’Azienda e addirittura tra un reparto e l’altro.
Anche altre Regioni stanno facendo i compiti a casa, penso alla Toscana, all’Emilia Romagna, al Lazio, alla Sardegna o alla Provincia di Trento dove dal 1º gennaio si fonderanno 30 Comuni. Altre no. Perché quando le Regioni nel 2001 hanno ricevuto maggiori competenze avrebbero dovuto sfruttare l’opportunità ma non l’hanno fatto. Adesso quel tempo va messo alle spalle. Con la comprensione che si deve a chi ha ereditato situazioni complicate, siamo però tutti consapevoli che dobbiamo fare la nostra parte, con responsabilità», chiude Serracchiani.
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04 novembre 2015
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