La Società di archeologia chiede alla Soprintendenza di riaprire il Foro romano. Una data per l’evento, il 18 luglio: quel giorno del 452 calarono gli Unni
di Elisa Michellut
AQUILEIA. Ricordare la caduta di Aquileia per mano di Attila con un evento all’interno del Foro romano, un’area archeologica ora inaccessibile ai turisti.
La Società friulana di archeologia lancia la proposta e attende il via libera dalla Soprintendenza: «Il 18 luglio vorremmo ricordare la caduta di Aquileia per mano del condottiero degli Unni per riflettere sul presente e su quanto sappiamo noi della città antica – ha detto Maurizio Buora –. Per conoscere veramente la città romana è necessario approfondire i significati legati a questo centro, fondamentale anche nel suo momento cristiano e medievale. Sono aspetti importanti e unici della sua storia».
Dunque si prenda un po’ coraggio: «Al di là delle poche cose che si possono vedere ad Aquileia, perché sono ancora veramente poche se paragonate ad altri siti archeologici d’Italia, vi è un patrimonio nascosto, che ha bisogno di essere conosciuto e divulgato, senza banalizzazioni» sottolinea Buora.
Un’opera che richiede uno sforzo importante in termini di divulgazione e approfondimento.
«In questo quadro – ancora Buora – per il prossimo 18 luglio, abbiamo chiesto alla Soprintendenza di poter organizzare un momento di riflessione all’interno del Foro, oggi non accessibile al pubblico.
Vogliamo portare le persone alla scoperta di quest’area e illustrare sul posto la sua storia, che ha almeno sette secoli di vita».
È vero che la città romana ha bisogno di un piano concreto di conservazione dei resti archeologici «e siamo sicuri che la Fondazione Aquileia ci sta lavorando, speriamo venga divulgato al piú presto – fanno sapere dalla Società friulana di archeologia -. Vi sono interventi quanto mai urgenti per la conservazione.
Uno dei problemi principali di Aquileia è l’ampliamento delle aree archeologiche visitabili. Da anni chiediamo, per esempio, che venga resa accessibile la zona che si trova a partire dalla strada romana (decumano di Aratria Galla) a sud del foro fin verso le mura bizantine, a ovest.
È una zona all’interno della quale si è iniziato a scavare quarantacinque anni fa, e da allora è rimasta inaccessibile. Meriterebbe di essere visitata, non solo per la sua importanza, ma anche per la stretta vicinanza al Foro. Prima, certo, è necessario provvedere alla messa in sicurezza e al restauro delle strutture visibili.
In tal modo si potrebbe offrire ai turisti un notevole ampliamento dell’area archeologica, con minimi costi».
Le tante attività promosse dalla Società friulana di archeologia hanno, come finalità, quella di divulgare i contenuti archeologici e di indirizzare a questo una grande massa di volontari, che ne fa l’associazione di volontariato culturale in campo archeologico piú ampia dell’Italia settentrionale.
«Per questo intendimento – spiega Buora – Aquileia ha un ruolo fondamentale per la sua centralità nel messaggio culturale che si vuole diffondere.
Ad agosto si organizzerà la seconda edizione del corso di avviamento all’epigrafia, in italiano e in tedesco, in collaborazione con le università di Udine e di Graz. È aperto a tutti, studenti e appassionati».
A marzo la società ha inoltre tenuto un incontro internazionale di studi “Instrumenta inscripta VI”, in collaborazione con la Fondazione Aquileia. Sono stati tre giorni dedicati alle iscrizioni su instrumentum «con carattere e funzione di tipo didascalico ed esplicativo» e con l’attenzione rivolta agli elementi che consentono di individuare i committenti e i destinatari del testo scritto.
L’azione del volontariato, che è stata elogiata anche in una recente lettera da parte del ministro dei Beni Culturali Dario Franceschini indirizzata alla Società, ha anche aspetti molto pratici.
«Per anni – ricorda Buora – volontari e studenti si sono occupati anche della pulizia e della manutenzione di aree archeologiche di Aquileia (in particolare la zona delle mura bizantine) e sarebbero disposti a continuare questa attività.
Nei periodi estivi si svolge un’attività di scavo (a Moruzzo e ad Attimis) mentre dall’autunno alla primavera si organizzano lezioni e incontri anche nelle scuole, su vari argomenti di carattere archeologico.
Tra le tante pubblicazioni della società vanno poi ricordati i “Quaderni Friulani di Archeologia” e altre accessibili on line. La sede principale è a Udine – benché esistano varie sezioni disseminate in Friuli – perciò in questa città si svolgono varie iniziative.
La prossima, in occasione della “Giornata mondiale del gioco”, proporrà un evento speciale dedicato al gioco e ai giocattoli nell’antichità: un’occasione per conoscere i passatempi dei nostri antenati
e provare a giocare come loro, immaginando di tornare indietro nel tempo. Il primo appuntamento è in programma per oggi, alle 16.30, a Torre Porta Villalta, a Udine. Domani, sempre a Udine, saranno proposte lezioni nei vari istituti scolastici cittadini.
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05 giugno 2015
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