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    Aquileia: no allo scempio d’arte in Medio Oriente

    Ha aderito all’iniziativa delle città Unesco contro l’Isis. Oggi al porto fluviale un drappo nero di dolore e condanna

    AQUILEIA. La città romana, oggi, aderirà, unica in regione, all’iniziativa promossa dall’Associazione beni italiani patrimonio mondiale Unesco. Lo ha reso noto, ieri mattina, il sindaco, Gabriele Spanghero. Il grande pannello collocato davanti all’ingresso del porto fluviale, che riporta la motivazione in base alla quale Aquileia è stata dichiarata patrimonio Unesco, sarà coperto con un drappo nero «per testimoniare lo sconcerto e lo sgomento conseguente alla sistematica e brutale distruzione di beni storico-culturali in Medio Oriente (molti dei quali peraltro inclusi nella lista del patrimonio dell’umanità), ad opera delle falangi armate dell’Isis».

    L’Associazione beni italiani patrimonio mondiale Unesco ha deciso di promuovere l’iniziativa per rendere pubblico il cordoglio per le vittime civili e lo sdegno per lo scempio dei cimeli artistici. «Il sodalizio – si legge in una nota – invita gli associati a manifestare la propria partecipazione a questa simbolica ma significativa protesta designando un monumento di particolare valore storico a simbolo del dolore che unisce la comunità internazionale di fronte a questa incivile e insensata barbarie».

    Come detto, Aquileia ha raccolto immediatamente l’invito. «Per noi è un atto dovuto di solidarietà verso gli altri siti Unesco – commentano il sindaco Spanghero e l’assessore Alviano Scarel -. Nessuna ragione politica può giustificare la distruzione di testimonianze che sono un patrimonio per l’intera umanità, non solo per le località che le possiedono. Una solidarietà che va espressa e cui va data voce, in modo tale da farla diventare una presa di posizione diffusa. Non deve rimanere un’iniziativa da condividere soltanto tra gli addetti ai lavori».

    Aggiunge Scarel: «Nessun Paese come l’Italia, che possiede il maggior numero di siti Unesco al mondo, ha il dovere di esprimersi e di dare il proprio contributo, in termini di conoscenze e di professionalità. È necessario recuperare le testimonianze perché possano continuare ad essere un patrimonio da tramandare alle future generazioni». (e.m.)

    15 maggio 2015

    http://messaggeroveneto.gelocal.it/udine