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    «Aquileia ha bisogno di un’accelerata»

    Il soprintendente Fozzati racconta i restauri e sollecita piú risorse

    «Aquileia ha bisogno di un’accelerata»

    AQUILEIA. Un viaggio affascinante, che ripercorre le tappe dell’eccezionale lavoro di recupero e valorizzazione del pavimento musivo, datato fine IV-inizi V secolo, adiacente al Battistero cromaziano di Aquileia. Si parte dalla scoperta, nel 1893, e si arriva agli scavi piú recenti, non dimenticando i restauri e il progetto di musealizzazione, inaugurato nel 2011 e “firmato” da Giovanni Tortelli e Roberto Frassoni, che ha restituito alla fruizione del pubblico l’antica aula mosaicata. Domani, sabato, alle 11.30, nel Battistero di Aquileia, la Fondazione Aquileia presenterà al pubblico il libro “L’aula meridionale del battistero di Aquileia. Contesto, scoperta, valorizzazione”, edito dalla casa editrice Electa e curato dal professor Luigi Fozzati con l’assistenza alla curatela di Marta Novello, il coordinamento editoriale di Manuela Castagnara Codeluppi e il contributo di qualificati archeologi e architetti (Luigi Fozzati, Cristiano Tiussi, Silvia Blason Scarel, Gabriele Botti, Giovanni Carbonara, Manuela Castagnara Codeluppi, Fulvia Ciliberto, Giuseppe Cuscito, Franca Maselli Scotti, Marta Novello, Sergio Tavano, lo studio Tortelli Frassoni e Luca Villa). Interverranno l’assessore regionale, Gianni Torrenti, i vertici della Soprintendenza, della Provincia, del Comune e della Socoba. Presenteranno il volume il presidente della Fondazione, Antonio Zanardi Landi, il vicepresidente, Alviano Scarel, e il curatore, Luigi Fozzati. «Un lavoro archeologico – commenta Fozzati – dovrebbe terminare sempre in questo modo: prima di tutto dovrebbe esserci la valorizzazione del bene, questo significa poter disporre di strutture capaci di accogliere i reperti con la duplice funzione di conservazione e valorizzazione, poi dovrebbe esserci una pubblicazione che racconta il lavoro svolto. Non sempre succede, per mancanza di fondi, tempo e strutture idonee. Tutto questo è stato fatto per Aquileia, a seguito degli scavi effettuati a partire dal 1893 fino ai giorni nostri. Questi scavi hanno messo in luce, come illustrato nel saggio di Tiussi, Maselli Scotti e Villa, il pavimento dell’Aula Sud. Nel 1994 è stata effettuata una ricerca per verificare la consistenza dei resti messi in luce quasi cento anni prima». L’esito di questa indagine ha confermato che i mosaici si erano conservati e anche piuttosto bene. «A questo punto – ricorda Fozzati – si è deciso di procedere con uno scavo di tipo esaustivo, finalizzato a mettere in luce tutto il pavimento che rifletteva la costruzione dell’Aula Sud. Questo lavoro non ha avuto uno sbocco felice per mancanza di fondi e progettazione. Al di là dell’aspetto scientifico, si è deciso di portare avanti le indagini condotte nel 2010 e 2011. Questo ha consentito di passare a una fase di valorizzazione attraverso la progettazione di una copertura studiata dall’architetto Tortelli, cui è stato affidato l’incarico di dare volumetria alla Südhalle, cosí da consentire la valorizzazione del tappeto musivo». Fozzati conclude, non senza una vena polemica: «Questa pubblicazione celebra come eccezionale un fatto che dovrebbe essere normale. Questo dimostra l’arretratezza della politica italiana nei confronti dell’archeologia. Mi auguro che questo libro possa segnare una svolta nella politica culturale di Aquileia. I lavori vanno portati a termine con rigore scientifico e, nello stesso tempo, con la finalità di proporre al grande pubblico i risultati raggiunti. La Soprintendenza e la Fondazione lavoreranno in questa direzione, per fare in modo che queste eccezioni diventino la norma, almeno per Aquileia».

    Elisa Michellut

    ©RIPRODUZIONE RISERVATA

    10 aprile 2015

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