I cipressi pericolanti non sono stati rimossi. Forse una riapertura parziale
AQUILEIA. Lotta contro il tempo per riaprire il cimitero degli eroi di Aquileia che, da quasi un mese, è chiuso al pubblico per motivi di sicurezza. Non ci sono soldi per la manutenzione. Alcuni cipressi, in seguito alla forte ondata di maltempo che, il 6 febbraio, aveva colpito la Bassa, sono pericolanti. Il sindaco ha sollecitato gli organi competenti: Onorcaduti e Arcidiocesi.
Intanto, domani, alle 18.30, a palazzo Meizlik, la Provincia inaugurerà la mostra multimediale “1914. La Guerra degli altri e i friulani”, a cura di Enrico Folisi. Inclusa nei dieci progetti ammessi al finanziamento regionale, l’operazione, ricorda l’assessore provinciale Francesca Musto, rientra nell’ambito delle iniziative promosse dall’ente per celebrare i cent’anni della Grande Guerra. L’obiettivo è riaprire il cimitero degli eroi in tempo per l’inaugurazione della mostra.
«Il terreno su cui è stato costruito il cimitero degli eroi – spiega il direttore del Sacrario militare di Redipuglia, tenente colonnello Norbert Zorzitto – è di proprietà dell’Arcidiocesi di Gorizia. Onorcaduti ha la competenza per quanto concerne la manutenzione delle sepolture e dei monumenti. Abbiamo stipulato una convenzione con il Comune per la manutenzione ordinaria del sito. Interventi radicali sulle piante sono a carattere straordinario.
La situazione è complessa. Ci sono tre attori che operano all’interno del cimitero degli eroi: Onorcaduti, Arcidiocesi e Comune, senza contare, tra i sussidiari, la Soprintendenza. Se avessimo i fondi a disposizione saremmo già intervenuti noi. Ho inviato all’Arcidiocesi una richiesta formale chiedendo di interessarsi al problema. La lettera non è giunta a destinazione, è stata rispedita alla fine della settimana scorsa. Domani (oggi, per chi legge), incontrerò il capo ufficio tecnico comunale. La mia proposta è di chiudere solo una zona del cimitero in modo da renderlo, almeno in parte, fruibile ai visitatori».
Don Stefano Goina, economo diocesano, chiarisce: «Le proprietà del terreno è dell’Ardiocesi, ma, dal 1919-1920, la manutenzione ordinaria e straordinaria è stata gestita da Onorcaduti, che ha fatto un ottimo lavoro. La diocesi non è mai intervenuta in tal senso. Contatteremo, ad ogni modo, Onorcaduti e cercheremo di risolvere la situazione».(e.m.)
05 marzo 2015
http://messaggeroveneto.gelocal.it/udine