L’esposizione sarà ospitata dalla Royal Geographical Society. L’assessore Torrenti si difende: «Non ci è mai stato presentato un progetto»
di Elisa Michellut
UDINE. Una mostra multimediale per far conoscere Aquileia al Regno Unito. Dal 6 marzo fino alla fine di maggio, nella prestigiosa sede della Royal Geographical Society di Londra, sarà possibile visitare l’esposizione “Aquileia the Great Lost City”.
Una vetrina internazionale, che per la città romana potrebbe significare migliaia di nuovi potenziali turisti. In tre mesi, secondo le stime degli organizzatori, sono attesi 140 mila visitatori. L’anomalia è che un’importante occasione di promozione turistica si trasforma in una polemica.
Peter Marshall, già diplomatico, da tempo stabilitosi a Udine, direttore della mostra, lamenta di non aver avuto alcun aiuto, logistico o economico, da parte delle istituzioni regionali. La Regione e la Fondazione Aquileia, dall’altra parte, assicurano di aver richiesto e mai ottenuto un quadro economico e scientifico chiaro e dettagliato, necessario per finanziare l’evento.
A chi analizza la situazione dall’esterno, comunque sia andata, non sfugge che per il Friuli Venezia Giulia è un’occasione mancata.
«Questa è la prima volta – spiega Marshall, che ha potuto contare sul contributo di Giancarlo Piccinin, fotografo e assistente al progetto – che viene organizzata una mostra su Aquileia nel Regno Unito. Aquileia è sconosciuta agli inglesi, eppure è stata una delle città piú importanti dell’impero romano, la culla della cristianità. Il progetto è partito due anni fa»
«Da parte della Regione e della Fondazione – continua – ho ricevuto tante promesse, ma sono rimaste tali. Questa esposizione è stata resa possibile solo grazie a donazioni e sponsor privati. Il British Museum e il Metropolitan Museum ci hanno aiutato nella preparazione del materiale. Si tratta di un evento che andrà a vantaggio della regione Fvg».
«All’inaugurazione, il 5 marzo, probabilmente ci sarà – annuncia – il sindaco di Londra, Boris Johnson, e il Ministro per lo sviluppo internazionale, Justine Greening. Il turismo aumenterà e Aquileia potrà beneficiare di un incremento di turisti inglesi. La mostra darà anche una spinta all’economia locale. Il legame culturale tra Regno Unito e Italia sarà rafforzato. Abbiamo invitato l’attuale sindaco di Aquileia e il nuovo presidente della Fondazione, Zanardi Landi, a partecipare».
L’assessore regionale alla cultura Torrenti fornisce la sua versione.
«I contatti ci sono stati – conferma –. Avevamo richiesto, per iscritto, un progetto dettagliato economico e scientifico, ma non abbiamo mai ottenuto risposta. Fin da subito l’iniziativa ci è sembrata importante, ma abbiamo dovuto prendere atto che la documentazione richiesta non è mai arrivata. Il progetto prevedeva che la Regione co-finanziasse l’iniziativa, era necessario avere un quadro economico in cui fossero riportati anche gli altri finanziatori. Per investire soldi pubblici dovevamo avere indicazioni precise. Ci dispiace per come sono andate le cose. Marshall è stato bravo a organizzare la mostra, anche senza di noi. Gli saremo riconoscenti».
L’ex presidente della Fondazione, Alviano Scarel, che ha gestito la questione, aggiunge: «L’obiettivo della Fondazione è organizzare iniziative di qualità, soprattutto se si tratta di un’occasione prestigiosa come una mostra a Londra. Avevamo coinvolto il comitato scientifico della Fondazione, che non si era espresso positivamente per mancanza di un progetto scientifico idoneo. Questo poteva rappresentare un biglietto da visita per l’intera regione, capace di calamitare l’attenzione di un pubblico qualificato. Sarebbe stato fondamentale presentare reperti archeologici in grado di emozionare il pubblico e indurlo a visitare la città romana».
Il sindaco di Aquileia conclude: «Ogni iniziativa finalizzata a dare lustro ad Aquileia è bene accetta, ma deve rispettare tutti i passaggi previsti. Deve essere condivisa con tutti gli enti interessati. Non è detto che qualsiasi progetto, visto che si tratta di cifre importanti, possa essere finanziato dagli enti pubblici se mancano una base scientifica ed economica su cui lavorare. Per quanto riguarda la mia presenza a Londra, gli impegni presi precedentemente mi obbligano a declinare l’invito».
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26 febbraio 2015
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