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    Milite Ignoto, interviene la Regione

    Degrado al cimitero degli eroi, l’assessore Torrenti: «Piano con Onorcaduti per la manutenzione. No al commissario»

    di Flavio Nanut

    AQUILEIA. Il cimitero degli Eroi non rimarrà ostaggio del degrado. Il luogo da cui, nel 1921, fu trasferita alla volta di Roma la salma del Milite ignoto, conserverà quel decoro e quella dignità che gli spettano. L’assessore regionale, Gianni Torrenti, alimenta una speranza che può tramutarsi in realtà: «Non molto tempo fa – afferma – ho visitato quel cimitero. Devo dire che non è trascurato, avrebbe però bisogno di una maggiore attenzione estetica».

    E, per andare al sodo, l’assessore indica una strada: «La Regione potrebbe elaborare un progetto assieme a Onorcaduti allo scopo di sistemare una volta per tutte il cimitero». Ma non solo. Torrenti fa riferimento anche a un bando di gara finalizzato proprio alla manutenzione del sito. Quello che non è possibile, si affretta a precisare, è nominare un commissario incaricato della tutela dei luoghi della Grande guerra.

    «La Regione – taglia corto – non ha simili poteri. Il problema è, casomai, quello di trovare forme di finanziamento che garantiscano la salvaguardia di monumenti, cimiteri e strutture risalenti a quell’immane conflitto. Non dimentichiamo che si tratta di strutture che dipendono dal ministero della Difesa e, pertanto, dallo Stato».

    Chi è favorevole a un intervento della politica è don Franco Gismano, vicario episcopale dell’arcidiocesi di Gorizia (che comprende anche parte della Bassa friulana, fra cui il territorio di Aquileia), il quale si occupa delle commemorazioni della Grande guerra. «Non abbandonare al degrado questi luoghi – rimarca – è un segno di civiltà. Ed è compito dei politici.

    Ma non bisogna fermarsi soltanto all’aspetto estetico: la cosa più importante è far sì che il cimitero diventi un luogo di vita. Mi spiego meglio: va coltivata la qualità della memoria, bisogna riflettere sul fatto che lì riposano giovani che sono stati mandati a combattere e sono morti».

    Per don Gismano, Aquileia, così come tante altre località in cui riposano caduti delle guerre, «può insegnarci a vivere meglio proprio pensando a cosa ha significato l’esperienza di quei ragazzi. Occuparsi dell’aspetto architettonico, e quindi, dello stato di conservazione del cimitero, è importante. Ma non basta.

    La Grande guerra, e tutti i conflitti che hanno insanguinato il mondo, non possono avere connotazioni positive. Ma credo che siano in grado di insegnare molto se ricordati per le esperienze umane che li hanno caratterizzati. E per questo – conclude il vicario episcopale dell’arcidiocesi – mi auguro che luoghi come questi accolgano con maggior frequenza visite di scolaresche che di quegli anni non sanno nulla o molto poco».

    ©RIPRODUZIONE RISERVATA

    04 novembre 2014

    http://messaggeroveneto.gelocal.it/