Serracchiani: nel 2015 interverremo, i sindacati lo sanno. Cambieranno anche i vitalizi. Un dirigente per le Partecipate
di Maurizio Cescon
UDINE. «Nel 2015 vorrei rimettere mano al Comparto unico». Doveva essere “solo” un’intervista su sanità e futuro delle riforme, ma la presidente del Friuli Venezia Giulia Debora Serracchiani, alla fine, getta sul tavolo il “carico da 11”. Il contratto migliorativo che riguarda migliaia di dipendenti pubblici è un nervo scoperto. E chi lo mette in discussione non incassa certo vagonate di popolarità. Altrochè articolo 18.
Presidente, abbiamo capito bene?
«L’anno prossimo vorrei parlare con i sindacati anche di Comparto unico. Anzi con loro lo stiamo già facendo. E’ necessario ragionarci sopra e intervenire».
Cgil, Cisl e Uil non la prenderanno bene…
«Immagino. Ma è un tema che affronteremo, lo sanno già».
E facile che il centrosinistra e la maggioranza che lei guida vengano accusati di voler mettere in discussione gli stipendi di chi lavora e di non toccare i privilegi dei politici. I vitalizi, per esempio.
«Non sarà così. Perchè la Regione vuole fare un intervento sui vitalizi. E lo farà già l’anno prossimo. Intanto stiamo aspettando l’esito dell’appronfondimento avviato a livello nazionale, ma noi agiremo. Perchè c’è pure un aspetto d’urgenza. Il Consiglio regionale ha abolito i vitalizi, è bene che venga ricordato. Ma con l’abolizione non entrano più le risorse che, fino a un anno fa, in parte autofinanziavano l’erogazione degli assegni a chi ne ha diritto. Adesso tutto il peso di questo istituto grava sul bilancio ed è una situazione non certo sostenibile, con circa 9 milioni di euro di uscite. Credo che un contributo, in tempi di crisi, debba esserci anche da parte di chi percepisce la “pensione”».
Viste le premesse, il 2015 che si delinea sembra essere un anno di impegni faticosi, per la sua giunta…
«Effettivamente in cantiere abbiamo un bel po’ di cose da fare, di riforme».
Partiamo da quella già abbozzata, le Autonomie locali.
«L’ultima stesura ritengo sia la più soddisfacente. Ci sono ancora un paio di risvolti sui quali ci confronteremo. Il primo riguarda le città capoluogo, sono d’accordo che entrino a far parte della riforma, che non restino isolate. Il secondo concerne la figura del direttore dell’aggregazione. Decideranno il Comitato per le autonomie locali, l’Anci, le amministrazioni. Può andare bene, a patto che sia a costo zero per i cittadini che fanno parte della nuova unione di Comuni. Il disegno di legge entrerà in Aula prima del bilancio, quindi a fine novembre».
Il piano industriale che fine ha fatto?
«Esiste, esiste. L’assessore alle Attività produttive Sergio Bolzonello ci sta lavorando con grande impegno. Abbiamo visto una prima bozza, con tante novità. Sui Consorzi industriali, sugli enti, sugli assetti. Vedrà la luce l’anno prossimo».
L’orizzonte di questo mandato amministrativo è ampio, si arriva alla primavera del 2018. Cosa le piacerebbe che venisse fatto ancora?
«C’è una riforma da portare a termine per forza, in tempi brevi, ben prima del 2018. Riguarda lavoro e formazione, alla quale si sta dedicando l’assessore Loredana Panariti. Anzi credo che già nel 2015 ne discuteremo. Affronteremo i tema dei Centri per l’impiego, dell’Agenzia che abbiamo istituito, dei modi per dare ai giovani l’occasione di trovare un’occupazione. Argomenti importanti, che toccano direttamente le famiglie».
E dopo?
«Un riordino delle società partecipate dalla Regione. Friulia, Mediocredito, Finest, Informest e Insiel torneranno a essere utili per il Friuli Venezia Giulia. A tal proposito abbiamo già cominciato a mettere mano alla questione. Da pochi giorni il vice direttore della Direzione centrale Bilancio e Finanze, il dottor Nicola Manfren, si occupa in modo specifico di Partecipate, del loro coordinamento, della gestione. Farà proposte, in tal senso, alla giunta, che così potrà meglio delineare il futuro delle società».
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05 ottobre 2014