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    Le ferrovie dismesse per rilanciare il turismo

    Rfi ha presentato l’atlante delle linee a disposizione di enti e associazioni. Ecco la situazione nella nostra regione

    di Cristian Rigo

    UDINE. Da linee abbandonate a opportunità per il rilancio del turismo. Ecco l’obiettivo di Rete ferroviaria italiana che ieri a Rimini in occasione di Ecomondo, la Fiera internazionale del recupero di materia ed energia e dello sviluppo sostenibile, ha presentato l’atlante delle linee dismesse per il riuso turistico e sociale. In tutta Italia ci sono circa 1.500 chilometri di linee, più di 400 stazioni e migliaia di fabbricati abbandonati e non più utilizzati. Linee che Rfi ha ribattezzato “Greenways”.

    «Sono l’occasione per riqualificare le linee ferroviarie non più in esercizio e per sviluppare un turismo ecosostenibile ha spiegato Claudia Cattani, presidente di Rfi -, mettendo a disposizione degli Enti locali e delle associazioni a vario titolo sedimi ferroviari per la mobilità dolce e le attività turistiche.

    Le stazioni dismesse potranno essere cedute sia per iniziative imprenditoriali che valorizzino il territorio, come ostelli, officine per manutenzione biciclette, punti vendita di prodotti tipici locali, sia per le attività di Enti locali o di Associazioni no profit, quali ad esempio uffici di servizi ai cittadini o piccoli musei delle tradizioni territoriali. Importanti esempi di come le linee dismesse – ha concluso Cattani – possano essere riutilizzate sono già presenti sul territorio italiano grazie al lavoro sinergico di Rfi, Enti locali e Ministeri competenti».

     

    In provincia di Udine sono finite nell’atlante la linea ferroviaria dismessa Palmanova – San Giorgio di Nogaro, la Gonars – San Vito al Torre, la Sevegliano – Cervignano – Aquileia – pontile per Grado, la Tricesimo – San Pelagio – Tarcento, la Torviscosa – Cervignano, la linea che va da bivio Pradamano e bivio Vat quella che collega San Giorgio di Nogaro a Porto Nogaro.

    Le rotaie che portano da Palmanova a San Giorgio risalgono al 1.888 e hanno una lunghezza di 10 chilometri che dal 2004 sono stati abbandonati.

    La tratta ferroviaria che porta da Cervignano al pontile di Grado è a singolo binario e si estende per circa 12 chilometri con fermate previste a Terzo di Aquileia, Aquileia e Belvedere. La linea ferroviaria fu costruita nel 1909 e dismessa ufficialmente il 26 maggio 2014. Per circa 8 chilometri oggi è utilizzata come pista ciclo-pedonale inaugurata nel 2015 e di proprietà della Regione Friuli Venezia Giulia, ma tutti i fabbricati seppure fatiscenti sono ancora di proprietà di Rfi e si trovano in posizioni di interesse turistico.

    Il Gruppo ferrovie aveva lanciato con lo stesso spirito anche un’iniziativa per “riportare in vita” le stazioni “impresenziate” che in Fvg sono 41 e che è possibile prendere “in prestito”. La manutenzione di questi immobili rappresenta comunque un costo per Rfi, la società proprietaria delle infrastrutture che fa parte del gruppo Ferrovie dello Stato che ha deciso di offrirle in comodato gratuito a chi si impegnerà a mantenerle pulite e funzionanti trasformandole in un polo culturale o in una sede per organizzare progetti e attività sociali.

    ©RIPRODUZIONE RISERVATA

    10 novembre 2016

    http://messaggeroveneto.gelocal.it/udine